Il plenipotenziario del leader nazionale del Carroccio è tornato a Milano dopo settimane di tensioni. Lite furibonda a Palazzo Campanella. Il segretario regionale Cristian Invernizzi fatica a ricomporre il quadro e viene screditato dai suoi consiglieri regionali che chiedono alla governatrice di trattare solo con loro
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«È stata colpa del coronavirus». Tra le conseguenze dalla pandemia, in Calabria c’è stata anche la presenza di Walter Rauti, vice responsabile nazionale della Lega per gli Enti locali del Sud, vicino a Matteo Salvini e spina nel fianco di consiglieri regionali ed esponenti molto in vista del Carroccio che avrebbero voluto declinare la loro militanza secondo un approccio più personalistico.
Tutta colpa del lockdown
Finito il lockdown, Rauti, che era rimasto bloccato in Calabria l’8 marzo scorso, è tornato a Milano e ha dato il cambio al segretario regionale Cristian Invernizzi, che invece, allo scattare del blocco degli spostamenti, era a casa sua nel Bergamasco.
Rauti si è così trovato suo malgrado a gestire una fase molto delicata, quella della formazione della giunta regionale, che poi ha visto l’ingresso come vicepresidente di Nino Spirlì.
Due mesi e passa di fuoco durante i quali si è fatto molti nemici, fuori e dentro il partito.
Sempre tra i piedi: Santelli chiama Salvini
Tanto che, come sussurrano all’interno del Carroccio calabrese, recentemente sarebbe dovuta intervenire anche la presidente Jole Santelli, che avrebbe telefonato a Salvini affinché richiamasse Rauti in Lombardia, perché considerato troppo “invadente” a causa della sua costante frequentazione della Cittadella. Il giovane leghista avrebbe anche voluto mettere becco nel bilancio, interloquendo direttamente con i dirigenti regionali che sentivano il suo fiato sul collo. Da qui la richiesta a Salvini, che però pare abbia fatto buon viso e cattivo gioco, visto che la sintonia con il fido Rauti sembra intatta, nonostante la Lega calabrese sia attraversata da fortissime tensioni.
Poliziotto buono e poliziotto cattivo
Alla fine, è stato l’allentamento del lockdown a risolvere la situazione, con Invernizzi che finalmente è potuto scendere in Calabria e il suo “vice” che ha percorso la rotta inversa con destinazione Lombardia. A Cristian è toccato vestire i panni del “poliziotto buono” e cercare di rimettere pace in un partito dal quale in tanti sarebbero ancora pronti a uscire perché non vedono assecondate le proprie ambizioni. È il caso del consigliere regionale ed ex presidente regionale di Coldiretti, Pietro Molinaro, che dopo la sua mancata nomina ad assessore all’Agricoltura guida la fronda dei dissidenti e vede Rauti come fumo negli occhi.
Rissa sfiorata
Non va meglio con l’altro consigliere regionale, Filippo Mancuso, che la settimana scorsa avrebbe avuto un furioso scontro con il giovane leghista. I due, assicura chi ha assistito alla lite, sono venuti quasi alle mani perché Mancuso, ritenendosi pesantemente offeso da alcune parole di Walter, avrebbe minacciato di non pagare più la quota di 1.200 euro che mensilmente i consiglieri regionali sono tenuti a versare al partito.
Consiglieri della Lega contro Invernizzi
Ma neppure Invernizzi - per quanto più avvezzo alle dinamiche calabresi (è già stato commissario straordinario del partito dal 25 maggio 2019 prima di diventarne il segretario il 25 febbraio scorso) - è visto di buon occhio: anche ora che Jole Santelli ha ripreso a interfacciarsi con lui con più assiduità, i consiglieri regionali della Lega ci tengono a farle sapere che deve trattare direttamente con loro, perché sono loro che portano i voti, non certo Invernizzi.
Così può capitare, come pare sia capitato, che al termine di una riunione tra la governatrice e il segretario regionale del Carroccio, siano poi subentrati in separata sede i consiglieri regionali, che hanno raccomandato a Jole di non starlo a sentire.
Cannizzaro nemico numero uno della Lega in Calabria
Un contesto estremamente difficile, inasprito dalla terra bruciata fatta da Rauti che non offre sponda alle istanze personali e – almeno così ci tiene a sottolineare - difende soprattutto «la moltitudine silenziosa dei militanti più giovani, stanchi di certe logiche».
«Quando mi è stato chiesto chiesto di occuparmi della Calabria affiancando Invernizzi – ammette – ho implorato di non darmi questo incarico, perché sapevo che sarebbe stato molto complicato. Ma ho fatto il mio dovere, studiando 20 anni di politica calabrese sui vecchi giornali, informandomi e cercando di capire». Una cosa, però, dice di averla capita subito, molto prima dell’appuntamento con le urne il 26 gennaio scorso: «Cannizzaro, principale artefice dell’elezione di Jole Santelli, va in giro a dire che con lui la Lega non tocca palla. E oggi continua con la pesca a strascico tra le fila del Carroccio, cercando di convincere i nostri a passare in Forza Italia». Chissà se c’è il parlamentare reggino anche dietro il possibile avvicinamento di Domenico Furgiuele al partito azzurro, ipotesi che però il deputato ha categoricamente smentito.
Il bergamasco torna a casa
Intanto, dopo una settimana di riunioni e incontri in giro per la regione, anche Invernizzi, nelle scorse ore, è tornato a casa sua, a Treviglio. Tra i risultati positivi che può annoverare ci sarebbero le rassicurazioni di Antonio Chiefalo, coordinatore di Catanzaro, che non ha mai digerito la nomina di Spirlì a vicepresidente della giunta. Al momento, Chiefalo avrebbe desistito da intenti bellicosi, ma è ovvio che la partita non è chiusa.
«Ora sono problemi di Invernizzi»
Problemi che, almeno per ora, non assillano più Rauti, che punta a godersi la fase 2 dell’emergenza sanitaria lontano dalla Calabria, forse proprio a causa delle pressioni sulla segreteria nazionale affinché mollasse gli ormeggi e tornasse in Lombardia: «In Calabria non c’è capacità di fare squadra, ognuno pensa solo a se stesso senza riuscire a vedere l’obiettivo comune, che è quello di cambiare davvero le cose. Io sono abituato a fare politica in un altro modo. Ma ora sono problemi di Invernizzi, io ho tante cose di cui occuparmi, a cominciare dalla Puglia e dalla Campania che vanno al voto…». I leghisti campani e pugliesi sono avvertiti.
degirolamo@lactv.it