VIDEO | La riorganizzazione impressa dal capitano dopo la batosta rimediata alle comunali a Reggio non sta sortendo gli effetti sperati. Dopo Vincenzo Sofo e Salvatore Gaetano anche quattro soci fondatori a Crotone
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La riorganizzazione voluta da Matteo Salvini per la Lega in Calabria non sta sortendo gli effetti sperati. Dopo la brutta sconfitta rimediata a Reggio alle ultime comunali con il tonfo di Antonino Minicuci e il risultato deludente ottenuto dalla lista del Carroccio, il partito sembra essere andato in tilt. Mandato via il commissario Cristian Invernizzi c’è stato grande trambusto in ordine alla sua sostituzione con l’investitura del sindaco di Taurianova Roy Biasi poi bloccata in favore di Giacomo Saccomanno, reduce dalla cattiva figura rimediata con il decalogo del comportamento da tenere neri confronti della stampa distribuito ai militanti.
Lunghi mesi di confusione che hanno favorito molti abbandoni. Tra i più pesanti quello dell’europarlamentare Vincenzo Sofo trasferitosi armi e bagagli alla corte di Fdi di Giorgia Meloni e che sta lavorando alacremente per mettere in piedi una civica in vista delle prossime regionali. A Crotone poi si tratta di un vero e proprio smottamento. Oltre a Salvatore Gaetano, primo dei non eletti del partito alle ultime regionali nella circoscrizione centro, adesso hanno abbandonato ben 4 soci fondatori in aperta polemica con il commissariamento della federazione affidato a Cataldo Calabretta.
Anche questi ultimi tutti diretti verso Fdi per la gioia di Wanda Ferro che vede crescere il numero di aspiranti alla sua porta e aumentare il peso contrattuale del proprio partito. Ma la confusione regna anche ai piani alti. Matteo Salvini in una intervista alla stampa nazionale aveva rimandato la discussione sul nome del candidato governatore al tavolo insistendo sui programmi e lodando la gestione del presidente ff Nino Spirlì, per poi essere praticamente smentito dallo stesso Calabretta subito pronto a riconfermare lo scettro a Forza Italia e l’indicazione di Roberto Occhiuto.
La svolta di governo impressa poi dal Capitano a livello nazionale, con gli imbarazzi inevitabili del ritrovarsi al governo con il Pd e i Cinque Stelle, ha fatto il resto in una Regione dove il processo di radicamento della Lega era ancora all’inizio e stava incontrando non poche difficoltà come dimostrato dal voto contro il partito del Nord che Reggio ha espresso lo scorso ottobre, nonostante il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà venisse fuori da una consiliatura complicatissima.
Un caos totale insomma che sta avendo come primo effetto lo svuotamento del Carroccio calabrese verso Fdi.