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Ad aprire le danze ci ha pensato il consigliere e presidente della Commissione speciale di vigilanza Ennio Morrone che ha annunciato, proprio all’inizio della seduta, il suo addio a Forza Italia, intesa come partito, ma non come gruppo consiliare. L’incompatibilità totale con le gestione Occhiuto-Santelli alla base della scelta di Morrone, come ormai noto da lungo tempo. Non a caso suo figlio Luca Morrone, ex presidente del Consiglio comunale di Cosenza, è stato tra i principali artefici della “congiura di palazzo” che ha interrotto anzitempo la sindacatura nel capoluogo bruzio. Lo stesso Luca Morrone aveva già da qualche settimana lasciato il partito e siede abitualmente al tavolo del centrosinistra presieduto da Luigi Incarnato in vista delle comunali.
Morrone senior, invece, era rimasto nelle fila azzurre, anche se su Ennio e Luca era arrivato un provvedimento di sospensione da parte del responsabile nazionale dell’organizzazione di Fi Gregorio Fontana. Un provvedimento notificato solo a mezzo stampa e contro il quale lo stesso Ennio Morrone aveva annunciato ricorsi, qualora gli fosse stato davvero notificato.
Adesso la nuova sterzata: abbandono del partito, ma non del gruppo a palazzo Campanella “per rispetto al vincolo di mandato e agli elettori”. Morrone insomma continuerà a presiedere la Commissione di Vigilanza e a fare gruppo con Nicolò e Salerno, con buona pace delle critiche e degli strali di chi come Mangialavori e Tallini da tempo ha chiesto le sue dimissioni dall’organismo di vigilanza.
Subito dopo è toccato al centrosinistra dare prova di “guerriglia urbana interna” con la disputa andata in scena sul Qtrp (Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica) che è stato rinviato e rimandato in Commissione dopo una fuoco fila di critiche e osservazioni arrivate dai banchi dell’opposizione (Mimmo Tallini) e soprattutto da quelli della maggioranza con Nucera (La Sinistra) e Guccione (Pd) impegnatissimi ad impallinare il testo normativo. Casualmente i due sono ormai da tempo in aperto contrasto con la gestione Oliverio e Guccione sta decidendo proprio in queste ore come giocarsi le ultime carte per le elezioni cosentine dopo l’ “invasione di campo” di Lucio Presta. Anche se entrambi hanno mosso contestazioni di natura formale in ordine al testo normativo, legato anche alla compatibilità dello stesso con la spesa comunitaria.
Circostanza che ha provocato una reazione piccata dello stesso governatore. Oliverio, infatti, ha affermato di comprendere "le esigenze politiche che spingono a forzature strumentali". Il presidente ha ripercorso l'iter della legge, "strumento già definito nel corso della passata legislatura con una convergenza generale. Mi si dica quali sono gli impedimenti" ha chiesto ai consiglieri e ci si confronti liberi da atteggiamenti precostituiti" ha concluso, anticipando di voler partecipare al confronto in Commissione. Nel mettere ai voti il rinvio dell'esame del provvedimento il presidente del Consiglio Nicola Irto ha informato che l'iter che la proposta seguirà verrà definito in sede di Conferenza dei capigruppo.
L’Aula ha poi dato il suo via libera alla proposta di provvedimento amministrativo inerente la "Presa d'atto della decisione della Commissione Europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (Feasr) della Regione Calabria e istituzione del Comitato di Sorveglianza".
Disco verde anche alla proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale recante "Modifiche ed integrazioni all'art. 44 della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13, recante: "Norme di attuazione dello Statuto per l'iniziativa legislativa popolare e per i referendum". Sul punto ha svolto la sua relazione il consigliere Franco Sergio (Oliverio Presidente). La modifica di legge è scaturita dalle deliberazioni di fusione in un unico comune dei consigli comunali di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta.
Riccardo Tripepi