Cambiano i personaggi e la scena, ma il tema è sempre attuale: rimborsopoli e le spese pazze dei politici. Da Nord a Sud, sono più della metà i consigli regionali italiani finiti, negli ultimi anni, in un’inchiesta per spese folli. Oggi nel mirino la Regione Calabria.


Dagli atti acquisiti al palazzo Campanell,  dal 2010 al 2012 i politici si sarebbero fatti rimborsare di tutto: dai caffé ai “gratta e vinci”. I soldi pubblici, ufficialmente destinati a finanziare le spese istituzionali, sarebbero stati utilizzati per far fronte alle spese di carburante, consulenze, affitti, collaborazioni, cene, gioielli, fiori, tasse, viaggi e taxi.

 

C’è chi li ha utilizzati anche per acquistare batterie, ventilatori, iPad, telefonini, ricariche cellulari, la spesa per la famiglia, set di valigie e persino un biglietto per uno spettacolo di lap dance. Pare che che un rappresentante del parlamento calabrese abbia utilizzato i soldi pubblici per affittare un pullman a Chianciano.  Tra le fatture rinvenute di un gruppo, infatti, sarebbero stati rinvenuti numerosi rimborsi per soggiorni in quella località, a volte di sole poche notti, ma sempre in alberghi di livello.

 
E poi contravvenzioni, regali natalizi, mensole, materiale edili, detersivi e santini elettorali. Tra i rimborsi ci sono pure soggiorni al casinò di Campione d'Italia e un pasto a Monaco da 727 euro, le gomme dell'auto per 1500 euro e cento copie di un volume di fiabe da 1000 euro. C'è anche un pasto in un lido di Soverato da 1200 euro.

 

In alcuni casi è stata riscontrata anche la presentazione di una doppia documentazione di spese al fine di ottenere dall’Ente Regionale un doppio rimborso.

 

La prima operazione risale al 5 dicembre 2013. Da allora i militari delle Fiamme gialle avevano acquisito i rendiconti dei gruppi per incrociare dati, spese, fatture e scontrini.