Scusateci abbiamo scherzato. In sintesi può tradursi così la nuova farsa in cui si è prodotto il governo regionale. In piena crisi istituzionale e con un piede fuori dal Pd il governatore Mario Oliverio, in ossequio a una legge priva di senso del 2009, aveva indetto le primarie per legge per il prossimo 20 ottobre.

La scadenza per la presentazione delle eventuali candidature era fissata alle 12 del 27 settembre: nessuna candidatura è stata presentata.

Per fortuna nessuno si è preso la briga di far pagare una cifra vicina ai due milioni di euro alle casse regionali per consentire l’allestimento di una macchina elettorale vera e propria per lo svolgimento delle primarie istituzionali. Tanto da consentire l’arrivo in Consiglio regionale, il prossimo 30 settembre, della delibera con la previsione del costo per le elezioni regionali, purgata dalla spesa per le primarie.

 

Eppure quando Oliverio aveva annunciato le primarie istituzionali in Consiglio, da tutti i gruppi era arrivato l’appello di soprassedere e consentire al Consiglio l’abrogazione di una legge vetusta e inutile. I cittadini, poi, non hanno certo bisogno di caricarsi di ulteriori costi di democrazia o presunti tali. Appello, ovviamente, caduto nel vuoto.

 

Addirittura il leader di Diritti civili Franco Corbelli aveva prontamente annunciato di voler presentare la propria candidatura. Lo stesso Corbelli che nel 2014 aveva presentato, unico soggetto, la candidatura per essere poi costretto a ritirarla per evitare costi ulteriori. Allora con il pieno accordo di Mario Oliverio che sapeva di essere il candidato del Pd.

La strategia messa in atto dal governatore, insomma, non è servita a nulla se non a fare perdere ulteriore tempo alla Calabria e al Consiglio con il rinvio della delibera sulle elezioni.

Adesso il governatore è ancora più solo e alla vigilia dell’assemblea con i presidenti di circolo si presenta indebolito e con la pressione del nazionale sul collo. Altre mosse sbagliate e scatterà l’epurazione.