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CATANZARO - Nel Partito Democratico, man mano che le elezioni si avvicinano è sempre più difficile ritrovare il bandolo della matassa. Le faide tra correnti, le rivalità personali, i viaggi notturni, le imposizioni romane e i servilismi di circostanza non consentiranno nemmeno oggi, probabilmente, alla direzione calabrese del partito, di tirare le somme. D’altronde ciascuno ha una propria strategia, un proprio modo di vedere di cose.
La candidatura unica. Ernesto Magorno, già in una circostanza timidamente dimissionario, non intende indietreggiare e continua ad insistere sulla necessità di trovare un candidato unico alle primarie del prossimo ventun settembre, in vista delle quali il termine per la presentazione delle candidature scadrà il prossimo 23 Luglio. Data che il segretario punta a prorogare a fine mese per lavorare con maggior tranquillità all'ipotesi Canale. Un documento preparato da Nico Stumpo e/o Francesco Sulla dovrebbe tuttavia oggi passare al vaglio dei principali “azionisti” del partito. Ma difficilmente la sua approvazione risolverà il contenzioso.
Le regole. Di certo, al momento c’è che al di là di tutto, per andare alle primarie di coalizione con un solo candidato servirà il 66% dei consensi, ovvero 198 voti in assemblea. Nel secondo caso, invece, ai due concorrenti basterebbe avere il 35% ciascuno, ovvero 105 firme per la sottoscrizione della candidatura. Soglia già raggiunta da Mario Oliverio. Mentre Massimo Canale proposto dai renziani come unico nome su cui puntare è chiamato a un’impresa ben più ardua. Restano dunque valide le altre strade. Una porterebbe a Mario Maiolo, fresco dell’affermazione considerevole alle ultime europee. L’altra a demetrio naccari carlizzi. Se son rose….