Saranno una cinquantina i rappresentanti calabresi che parteciperanno al tradizionale raduno del Carroccio ma nessuno sembra preoccupato per gli equilibri di coalizione. Sofo: «Le alleanze si faranno dopo il voto per le Europee». E Occhiuto fa il funambolo
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La Calabria è lontana dall’Europa, non solo geograficamente o sotto l’aspetto economico-sociale, ma anche politico. I leghisti calabresi sono pronti a sbarcare a Pontida per la festa rituale del partito e poco se ne importano del clamore che sta agitando il centrodestra in queste ore. Tutta colpa dell’invito di Salvini a Marine Le Pen, leader francese del Fronte Nationale, partito di ultadestra, dalle posizioni guarda caso molto dure sull’immigrazione.
L’invito trova una chiave di lettura nell’imminente corsa alle Europee, che si giocheranno col sistema proporzionale. Ognuno insomma correrà per sè, per poi ritrovarsi ad urne chiuse a ragionare di alleanze. Salvini sta cercando di recuperare spazio a destra e per farlo prima ha fatto criticare dal giovane deputato Crippa le politiche migratorie del suo stesso Governo agitando i decreti sicurezza, poi l’invito alla Le Pen. Il tutto mentre Giorgia Meloni volava in Ungheria per incontrare Orban e portarlo nella casa dei Conservatori europei (Ecr) di cui la Meloni stessa è presidente. Insomma la premier lavora per una destra moderata e Salvini agita quella più radicale.
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Sul punto il presidente della giunta regionale, il forzista Roberto Occhiuto, fa il funambolo: «Noi guardiamo ad altre famiglie che non si riconoscono nel partito socialista europeo e che possano comunque essere compatibili, per principi e valori, con il Ppe. Tra queste forze non c'è quella guidata da Marine Le Pen, che è ben diversa da Salvini. Il leader della Lega a Pontida può invitare chi vuole, ma Tajani ha fatto bene a dire 'no' a qualsiasi ipotesi di alleanza»
«Un'Europa da cambiare»
«È una rappresentante del popolo francese, democraticamente eletta, perché tutto questo chiasso?», si chiede Emma Staine, assessore regionale ai Trasporti in quota Lega che è pronta, insieme ad una cinquantina di eletti, a partire per Pontida.
Più netta è la deputata del Carroccio Simona Loizzo, anche lei pronta per Pontida: «Più si avvicina Pontida, più cresce la voglia di un’Europa nuova, con la Lega centrale per liberare Bruxelles da certa ideologia di sinistra che fa male alle famiglie italiane, alle nostre imprese e a tutto il Paese. Cambiare l’Europa è fondamentale per un’Italia lasciata troppe volte da sola. Siamo l’alternativa a questa maggioranza europea, e lo diremo, forte, a Pontida»
«Queste sono scelte che riguardano il livello nazionale - dice il presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso - sulle quali non entriamo. Noi siamo concentrati a sviluppare un’azione politica sul territorio che porti benefici alla Calabria. Quella è la dimensione che ci interessa. Poi è chiaro che in un partito convivono diverse anime. Tutti sanno che la mia posizione è moderata, ma non giudico con i paraocchi»
«Certo che andrò a Pontida - dice il consigliere regionale Pietro Molinaro - e sono anche emozionato perché è la mia prima volta. Lo scorso anno l’ho seguita in streaming. Non capisco questo clamore. Siamo alla festa di un partito, siamo una formazione di governo, aperta al dialogo. Ascoltare la leader di un movimento che ha un suo peso in Francia non mi pare reato né ritengo avrà conseguenze sugli equilibri della coalizione. Certo diverso sarebbe se la Le Pen finisse per condizionare le nostre politiche, ma non mi sembra questo il caso… poi capisco che i giornali ci ricamino sù.. ma non vedo davvero il problema»
Chi invece preferisce non commentare la vicenda è il consigliere regionale Pietro Raso che comunque sarà anche lui a Pontida. Parla invece di fake news Vincenzo Sofo che pure ha un doppio legame con la vicenda. Il giovane europarlamentare (originario di Bovalino) è infatti stato eletto nella circoscrizione Sud con la Lega (prendendo circa 20mila voti in Calabria), ora però è passato a Fratelli d’Italia. Curiosità: è sposato con la nipote della Le Pen, Marion che proprio ieri è andata a Lampedusa (come rappresentante del suo partito Reconquete) per esprimere solidarietà all’Italia sui temi dell’immigrazione e quindi una specie di vicinanza alla Meloni.
«Salvini è alleato da dieci anni con la Le Pen. Insieme a Bruxelles sono nel gruppo Identità e democrazia. Sotto questo aspetto non vedo nessuna incoerenza. Tutto il resto sono solo tentativi di occupare spazi, al netto degli ondeggiamenti nell’identità politica della Lega. Per il resto tutto dipenderà dai numeri che usciranno fuori dalle urne, le alleanze sono molto al di là da venire e al momento non si vede una maggioranza politica netta in Europa. Non penso che quelli del Ppe siano tutti pronti ad allearsi con i socialisti o che, viceversa, ci siano socialisti contenti di un’alleanza con i popolari. Pensi alla Spagna. Lì i Popolari non hanno voluto fare l’alleanza con Vox e hanno perso. La verità è che Ecr è in netta crescita e la Meloni sta lavorando molto in questa direzione. Dopo il voto si faranno tutti i discorsi, per il momento sono solo “guerre” di posizionamento».
Guerre che viste dalla Calabria sembrano davvero lontane, almeno nelle visioni dei nostri rappresentanti politici. Il problema è che l’Europa è un po’ come la politica: anche se non te ne occupi, alla fine, è lei che si occupa di te.