Il suo record elettorale (21mila voti) fa dell’azzurro cosentino uno dei politici calabresi più “pesanti” nel dopo Berlusconi. Il responsabile del settore agricoltura della giunta Occhiuto serra i ranghi e scaccia le sirene di sventura che parlano di un partito finito: «C'è un gruppo dirigente forte, seguiremo la strada già tracciata dal Cavaliere»
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La scomparsa di Silvio Berlusconi ha aperto un grande rebus sul futuro del partito. Forza Italia è stata costruita negli anni ad immagine e somiglianza del suo fondatore. Qualcosa di più, quindi, di un semplice partito personale. Venuta meno la persona c’è il rischio che venga meno anche il meccanismo di voto.
Per il momento Forza Italia resta compatta. A breve ci dovrebbe essere l’investitura di Antonio Tajani a coordinatore del partito e poi addirittura un congresso, pratica assolutamente inedita per gli Azzurri.
Tutto questo però non elimina i dubbi su cosa succederà nel centrodestra nei prossimi mesi. E la circostanza non è di poco conto in Calabria dove FI è solidissimo partito di maggioranza relativa. Ne abbiamo parlato con Gianluca Gallo, coordinatore provinciale per Cosenza del partito, assessore regionale all’Agricoltura e il più votato alle ultime regionali.
Assessore, che previsioni si sente di fare sul futuro di FI?
«Il dolore per la scomparsa del Presidente Berlusconi è forte, e tale resterà sempre. È chiaro che nulla sarà come prima: probabilmente, si è chiusa un’epoca. Di fronte al tempo che viene, però, spetta a noi il compito di guardare avanti, come Berlusconi avrebbe voluto, forti di una grande storia e di una missione: garantire nel Paese la presenza e l’espansione dell’area dei moderati. Seguiremo la strada tracciata dal Presidente affinché FI continui ad essere punto di riferimento dei liberali italiani, come dei cattolici popolari».
Berlusconi riusciva a tenere unito un partito che si presentava con almeno due anime, quella più filogovernista e quella più critica. Riuscirà Tajani a tenere unita FI o ci sarà una diaspora?
«I fatti di questi giorni sono la risposta migliore ed anche la più cristallina: Forza Italia si è dimostrata unita, a dispetto delle voci e di indiscrezioni che lasciavano presagire altri scenari, alcuni dei quali da tragedia. In realtà, anche nei riguardi del Governo e nel rapporto con gli alleati, non ci sono posizioni dissonanti, ma una cornice unitaria in cui si registrano contributi diversi ricondotti a sintesi, in maniera limpida e univoca, dal Presidente Tajani, al quale va tutto il nostro sostegno per la certosina e competente azione svolta, sul piano politico come in seno all’Esecutivo».
Quale ritiene la sirena più insidiosa: Fratelli d’Italia, Lega o un eventuale partito moderato guidato da Renzi?
«Non lo dico io: il dibattito politico, a livello nazionale ed europeo, è oggettivamente incentrato sulla necessità di una conversione al centro di forze che sin qui, legittimamente, hanno occupato spazi non sempre e non proprio centristi. Forza Italia, dunque, aveva visto giusto e porterà avanti questo lavoro, con l’impegno solito. Non escludo, pertanto, che anche nei mesi a venire possa essere proprio il nostro partito, in realtà, il punto d’incontro di storie ed esperienze diverse, l’asse portante di un centrodestra a trazione liberale, in Italia come in Europa».
Lei è uno dei pezzi pregiati del partito, sta ricevendo molte offerte?
«La politica deve essere interpretata con serietà e responsabilità. Non può essere confusa col calciomercato né, d’altra parte, per quanto mi riguarda, coltivo l’insano desiderio o la folle convinzione di poter essere o diventare un oggetto del desiderio, sia pur politico. I pezzi pregiati, poi, di solito vengono tenuti su un piedistallo, spesso ad accumulare polvere. Cambiamo visione: gli elettori ci hanno conferito un mandato chiaro. Non ho alcun dubbio in proposito: ho intenzione di onorare quel mandato fino in fondo, spendendomi senza riserve per il partito in cui sono stato eletto e di cui, a Cosenza, sono coordinatore provinciale».
Se le dovessero chiedere un suo impegno alle Europee, lei cosa risponderebbe?
«La mia storia politica è nel segno dello spirito di servizio e del rispetto, verso gli elettori ed il partito rappresentato. Non ho cambiato idea: continuo a lavorare per onorare appieno il mandato ricevuto da entrambi, in Regione».
Che ripercussioni avrà in Calabria l’attuale momento politico del centrodestra? Gli attuali equilibri si modificheranno?
«In Calabria Forza Italia può contare su un gruppo dirigente coeso, rappresentativo anche a livello nazionale e, soprattutto, basato sulle capacità di governo e di guida politica del Presidente della Regione. Roberto Occhiuto ha dimostrato non solo di saper vincere la campagna elettorale del 2021, ma anche di saper governare, ed è un dato se possibile ancor più significativo. Le difficoltà nell’azione quotidiana non sono mancate e non mancheranno, considerate le tante emergenze che da tempo la nostra terra vive, ma la voglia di fare, la competenza, le relazioni messe in campo e pure le doti di mediazione e fermezza hanno confermato il ruolo del Presidente Occhiuto quale punto di riferimento per FI e per l’intera coalizione. Una marcia in più, per continuare spediti nell’opera di governo e di proposta politica»
Che messaggio si sente di lanciare agli elettori Forza Italia?
«Quando Silvio Berlusconi fondò FI, i più ritenevano fosse un azzardo o, comunque, un esperimento destinato a fallire nel volgere di una stagione. Sono passati ormai 30 anni: siamo ancora qua, a differenza di tanti altri. È il segno evidente di una intuizione geniale, destinata a vivere nel tempo, cogliendo le trasformazioni della società per interpretarle sempre al meglio. Senza Berlusconi ci sentiamo tutti un po' orfani, ma andare avanti – e bene – è un obbligo: per onorare la sua memoria e per rendere un servizio all’Italia, che ha bisogno di una forza seria, responsabile, equilibrata e liberale come Forza Italia».