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Un piccolo miracolo. Così il sindaco Paolo Mascaro, a quasi tredici mesi dal suo insediamento, definisce quanto fatto sul piano economico finanziario. Un Comune in predissesto quello di Lamezia Terme, pieno di grattacapi e di sorprese difficili da immaginare. Eppure, ad oggi il sindaco si dice soddisfatto di quanto riuscito a fare per cercare di risanare i conti. Un’opera non facile, frutto anche di decisioni forti e di calcoli. Come nel caso della mancata riscossione dei tributi ai cittadini, a volte, racconta, nemmeno chiesti. Come la Tari del 2014, ad esempio, che non era stata ancora richiesta all’atto del suo insediamento a giugno 2015.
In 13 mesi Mascaro per far fronte agli obblighi di legge, ma anche all’eco delle casse vuote dell’ente, si è trovato “costretto”, ci spiega, a richiedere la Tari per il 2014 e 2015 e le prime rate del 2016. Anche per Ici e Imu il sindaco lamenta avvisi di liquidazione fermi, addirittura, al 2010.
Per rastrellare risorse il primo passo è stato quello di mettere all’asta alcuni immobili del Comune. Quelli che, in sintesi, erano un peso in termini di manutenzione ma non portavano alcun giovamento perché inutilizzati.
Ma c’è anche un approccio nuovo, come quello al controllo delle utenze. E non si tratta di poco se si pensa che l’ente, durante la scorsa consiliatura, si sfoga ancora il sindaco, era arrivato ad avere quattro milioni di euro di arretrati che lo avevano portato ad essere messo in regime di salvaguardia per gas ed elettricità. Non potendo poi procedere al distacco come nei privati l’energia era stata maggiorata del 30 per cento, con un aggravio di costi per i cittadini.
Ora Mascaro vuole usare il pugno di ferro contro gli sprechi. Come nel caso delle spese telefoniche. Ben 163 quelle intestate al Comune. Troppe. Il sindaco annuncia allora che molte saranno dismesse e che verranno fatti controlli di congruità sui consumi Telecom.
“I telefoni degli enti pubblici devono essere utilizzati solo per le finalità dell’ufficio. Per le esigenze personali ci sono i telefonini”, tuona il sindaco.
Per quanto riguarda la questione del debito dell’acqua risalente a prima della gestione idrica da parte della Sorical e misteriosamente sparito dai bilanci prima che venisse saldato, Mascaro, che su questa vicenda ha fatto un esposto alla Procura, assicura di non avere mai pensato che qualcuno avesse voluto intascare l’imponente cifra. Una delibera del 2006, spiega, ne aveva disposto la rateizzazione, ma solo le prime due rate sono state onorate, facendo scendere il debito da 17 milioni 600 mila euro a circa 14 milioni. “Dal 2008 le rate non sono state pagate. Io capisco – aggiunge il primo cittadino – che si sia, magari, scelto di pagare altro, ma non posso accettare che il residuo il debito sia stato eliminato dai residui passivi”. Da qui la denuncia.
Intenso, dunque, il primo anno di mandato per l’avvocato ed ex presidente della Vigor Lamezia e c’è da credere che i prossimi non saranno da meno.
Tiziana Bagnato