Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Non rinunciano a partecipare alle primarie i candidati del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative. Il Pd ha deciso di correre da solo e di presentarsi alle urne domenica 29 marzo lasciando che sia l’elettorato ha scegliere chi tra i cinque candidati attuali rappresenterà i democrat nella corsa per la poltrona di sindaco. Una decisione estrema, che si è tentato di evitare fino alla fine, ma legata all’incapacità di riuscire ad individuare un unico candidato nelle maglie del confronto e delle logiche interne al partito stesso.
E allora ecco che gli altri esponenti del centrosinistra faranno le ‘loro’ primarie. La data è fissata per sabato 4 aprile, vigilia di Pasqua. Ma la notizia è fresca anche per gli stessi candidati che in queste ore stanno concertando e decidendo. E’possibile che ci sia anche chi decida di tirarsi fuori dai giochi e di correre da solo o di rinunciare completamente.
Non Rosario Piccioni che poche ore fa aveva chiesto di avviare le primarie tra i movimenti del centrosinistra, invitando a riflettere su quello che stava accadendo nel partito democratico. E, probabilmente, nemmeno Nicolino Panedigrano che da tempo lancia attacchi contro il dominus Pino Soriero, commissario del Pd, che ha fino ad ora dettato l’agenda delle primarie.
Le primarie del Pd - Non è servito al commissario Pino Soriero imporre uno stop alla affannosa macchina delle primarie per riuscire a trovare un equilibrio e una sintesi tra le candidature del partito Democratico. E così, domenica 29 marzo, le primarie ci saranno, ma saranno solo quelle dei democrat e a concorrere saranno in cinque: Italo Reale, Claudio Cavaliere, Andrea Falvo, Paolo Cosentino e Pino Zaffina.
Per gli altri candidati della coalizione le ipotesi rimangono al momento due. O correre da soli, o fare primarie alternative. Come ha proposto, ad esempio, il candidato del Movimento Lamezia Insieme Rosario Piccioni che, rivolgendosi agli altri movimenti, “Citta delle Idee” con Andrea Falvo, “Città Reattiva” con Tommaso Sonni e “Rete civica” con Nicolino Panedigrano, li ha spronati a muoversi da soli perché, ha affermato, «la situazione di stallo determinata dal Partito Democratico riflette quelle logiche da vecchia politica che mi hanno spinto alla scelta di non partecipare alle primarie: ambizioni personali, lotte intestine e soluzioni stravaganti fatte per salvaguardare gli equilibri interni al partito. Il bene della città viene sacrificato in nome di interessi personali, con il forte rischio di riconsegnare Lamezia al centrodestra».
Restano allora pochissime ore di campagna elettorale per i candidati. In particolare, per coloro che avevano colto a pieno lo stop di Soriero. Resta poi una riflessione di obbligo: dopo numerosi incontri, trasferte romane e candidati esterni sbucati fuori all’improvviso, nulla è cambiato. Insomma, tanto rumore per nulla.