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Il consiglio comunale di Lamezia ha approvato la rimodulazione del piano decennale di riequilibrio. Lo strumento contabile era stato adottato già dalla precedente amministrazione, a guida Gianni Speranza, per far fronte allo squilibrio delle casse dell'ente e per scongiurare la dichiarazione di dissesto finanziario. La nuova giunta, guidata da Paolo Mascaro, ha provveduto alla rimodulazione, anche in virtù di una serie di condizioni che, nel frattempo, sono cambiate: su tutte, la vittoria dell'ente nel procedimento amministrativo intentato dalla Icom di Floriano Noto, per far fronte alla quale, in un primo momento, a titolo cautelativo erano stati accantonati dieci milioni di euro. Ora, però, l'ostacolo più complicato: il piano, infatti, andrà all'esame della Corte dei Conti, che dovrà approvarlo o meno. In caso positivo, la città di Lamezia allontanerebbe definitivamente ogni fibrillazione finanziaria. Almeno fino all'approvazione del prossimo bilancio consuntivo. Di contro, nel momento in cui la magistratura contabile dovesse dare disco rosso, il dissesto finanziario dell'ente diverrebbe automatico. Proprio su questo punto, il dibattito in consiglio si è accesso. Ad oggi, tuttavia, una cosa non è stata ancora chiarita: a quanto ammontano, realmente, i debiti dell'ente? Qual era la situazione finanziaria delle casse comunali, al momento dell'insediamento della nuova giunta? I fautori della cosidetta operazione verità, sono rimasti a bocca asciutta: il nuovo sindaco, infatti, benchè avesse annunciato in campagna elettorale un chiarimento finanziario entro tre mesi dall'inizio del suo mandato, ha preferito soprassedere. Con tanto di musi lunghi in qualcuno degli esponenti della maggioranza. Mascaro, il perché, lo ha spiegato ieri in consiglio, parlando di fatti concreti come atti necessari al futuro della città. Come a dire: non c'è bisogno di chiacchiere, ma di tanto lavoro. Il sindaco, però, in tutto ciò si è assunto una profonda responsabilità: se il piano di riequilibrio, infatti, non dovesse passare il vaglio della Corte dei Conti, il dissesto verrebbe imputato ad un primo cittadino e ad un'amministrazione che sono in carica da soli cinque mesi. E circa l'80% dei piani di riequilibrio presentati dai Comuni calabresi è stato già bocciato. Un paradosso che Mascaro conosceva bene. Quanto meno, non gli si può imputare la mancanza di coraggio e di assunzioni di responsabilità.
Guglielmo Mastroianni