Non previsto, ma arriva in aula un chiarimento dell'amministrazione comunale di Lamezia, in merito alla vicenda dell'aumento di capitale della Sacal. Durante i lavori di un consiglio comunale dedicato ad altre vicende, infatti, il sindaco Paolo Mascaro, dopo una sollecitazione pervenuta dalla consigliera di opposizione Aquila Villella, ha voluto precisare alcuni punti: “L'assemblea straordinaria convocata per il 18 dicembre – sostiene Mascaro – non impegnerà ogni singolo socio all'aumento di capitale sociale. Questo passaggio, infatti, dovrà essere vagliato dal consiglio comunale per quel che riguarda la quota di proprietà del Comune. L'assemblea del 18 dovrà decidere come avverrà tale aumento di capitale, che se non portato a compimento, potrebbe portare al commissariamento della Sacal".

 

Un passaggio anche sulle recenti polemiche in merito a quanto deliberato dall'esecutivo comunale, circa un ipotetico azionariato popolare che facilitasse il recupero di risorse utili alla sottoscrizione dell'aumento di capitale: “Rispetto alla mozione approvata all'unanimità in consiglio comunale, si è deliberato in giunta quanto previsto nel documento, ovvero non un azionariato popolare nel senso stretto, ma nei termini consentiti dalla legge".

 

Dopo questo chiarimento, il primo cittadino ha voluto indicare la rotta che terrà, in ogni caso, l'amministrazione, invitando in questa direzione tutto lo scenario politico cittadino: “Al di là delle differenti posizioni di partiti, movimenti, singoli, tutti insieme da giorno 19 dobbiamo mobilitare i lametini, per evitare che la Sacal finisca in mano ai privati. Noi non vogliamo assolutamente che la gestione dell'aeroporto di Lamezia finisca in mano ai privati. Il Comune deve aumentare il capitale sociale, ma vuole farlo senza sottrarre risorse dai proprio bilancio, che vuol dire dare meno soldi ai servizi sociali e quindi meno servizi ai cittadini.” Sui tempi stretti per effettuare l'aumento di capitale, il sindaco ha poi voluto anticipare che “sarà contestato il termine dei 30 giorni, troppo esiguo per un ente pubblico”.

 

Guglielmo Mastroianni