Rapporti con membri delle cosche in modo diretto o indiretto, tramite i propri coniugi. Un vero e proprio identikit a 360 gradi dei consiglieri comunali dell’appena decaduta assise, con accuse di reato e collegamenti con la criminalità organizzata ricorrenti. Passati a menadito anche i profili facebook di consiglieri e sindaco. Secondo indiscrezioni, la commissione di accesso agli atti non avrebbe tralasciato nessun aspetto dei membri della rappresentanza cittadina.

 

Nel caso di una consigliera eletta nella lista Lamezia Unita con Mascaro, nel mirino della commissione sarebbero finiti i rapporti del marito, il quale più volte sarebbe stato fermato dalle forze dell’ordine e trovato in compagnia di soggetti con precedenti penali per concorso esterno in associazione di stampo mafioso e altri con precedenti per «concorso in traffico di sostanze stupefacenti (sottoposto agli arresti domiciliari, successivamente tramutati in obbligo di presentazione alla PG cui ha fatto seguito l’emissione di Avviso Orale), falsità ideologica connessa a truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche».

 


Citati anche gli articoli pubblicati dalla nostra testata LaCNews24 in merito alle presunte frequentazioni di altri consiglieri di maggioranza, oltre a MariaLucia Raso poi dimessasi, con il compagno di quest’ultima, arrestato nell’ambito dell’operazione Crisalide.

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Parentele dirette con la criminalità organizzata emergono nei confronti di un altro consigliere di maggioranza, nipote, secondo quanto ripoterebbe la relazione, di un noto pregiudicato delle consorterie criminali di Nocera Terinese. Il consigliere avrebbe a suo carico denunce per violazioni nel settore alimentare, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa dal privato, violazione delle norme ambientali.

 


Non esce immune nemmeno la minoranza, con un membro del Partito Democratico che, secondo quanto ricostruito dalla commissione, sarebbe nipote di un «imprenditore edile operante e residente da decenni a Venezia. Quest’ultimo è stato denunciato ed arrestato nell’ambito della cd. Operazione Andromeda».

 


Sempre nell’opposizione, un altro consigliere comunale viene identificato come genero di un’esponente del clan Gualtieri, il cui cugino «è attualmente detenuto poiché riconosciuto colpevole di numerosi reati di natura estorsiva, aggravati dall’art. 7 della legge 203/91 (modalità mafiose), nonché nell’ambito del processo penale, scaturito dell’operazione “CHIMERA”, veniva condannato anche per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso poiché ritenuto personaggio di spicco della cosca Cerra Torcasio Gualtieri.

Tiziana Bagnato