VIDEO | Matematica alla mano, pur unendo i voti, Piccioni e Guarascio non sarebbero riusciti ad ottenere quelli avuti dal solo Mascaro ma, diviso, il centrosinistra resta fuori dalle urne del 24 novembre
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Una vera e propria Caporetto quello del centrosinistra lametino. Dopo la bagarre che ha caratterizzato la scelta di quello che avrebbe potuto essere un candidato unitario con scontri e strali e la boccatura di diversi nominativi prima di arrivare alla scelta unilaterale di Eugenio Guarascio da parte del Pd e la decisione di Rosario Piccioni di non ritirarsi, ma anzi di proseguire autonomamente, l’esito delle urne è una vera e propria disfatta. Se metà dei lametini ha deciso di non andare a votare, l’affluenza si è fermata al 54,99 per cento, l’altra metà è stata avara di consensi con il centrosinistra. E se si potrebbe pensare che sono state le solite divisioni a penalizzare, la matematica in questo non è confortante.
Pur unendo le preferenze ottenute da Eugenio Guarascio, il 17,82 per cento con 73 sezioni su 78 scrutinate, e quelle incassate da Rosario Piccioni, l’11,09, non si riesce comunque ad arrivare a quanto ottenuto singolarmente dal sindaco uscente Paolo Mascaro. Mascaro, infatti, ha da solo il 38, 64 per cento dei consensi, seguito da Ruggero Pegna con il 23 per cento. I voti confluiti su Guarascio e Piccioni insieme sfiorano il 30 per cento, percentuale che avrebbe però potuto permettere loro di giocarsi la carta del ballottaggio del 24 novembre andando in questo caso a prendere il posto di Pegna. Pegna che rappresenta Fratelli d’Italia, Udc e Forza Italia è sotto rispetto a Mascaro di quindici punti percentuali. Nelle prossime due settimane ci sarà un vero e proprio scontro tutto interno al centrodestra per entrare a via Perugini.