Un incontro a due quello che si è tenuto oggi in un noto hotel del lametino. Da un lato il candidato al Senato Piero Aiello, dall’altro a sostenerlo chiamando a raccolta gli azzurri della città della Piana e dintorni, l’ex consigliere regionale Mario Magno costretto a lasciare Palazzo Campanella dopo che Nazzareno Salerno è tornato a rioccupare gli scranni.

 

E Magno non ha fatto solo da padrone di casa, ma si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa. Il lametino, nel sottolineare, infatti, la lealtà di Aiello ha voluto raccontare alla platea di come sia stato messo da parte dalle leadership regionale del partito e in particolare da Tallini, anche lui candidato.

 

«Lo dico senza secondi fini – ha spiegato Magno – a me l’elezione di Tallini tornerebbe utile, in quanto liberebbe quello scranno in consiglio regionale che mi permetterebbe di riprendere l’incarico di consigliere, ma in questa campagna nessuno mi ha chiamato. Solo Aiello ha creduto nel peso che ho nel territorio e mi ha chiesto di aiutarlo e sostenerlo in questa campagna elettorale. Dagli altri ho ricevuto indifferenza».

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Energico Aiello, casual nel suo pullover sotto la giacca, ha raccontato di come non sia stato da un lato facile convincere Roma a comporre le liste così come poi sono state fatte e delle bizzarrie di una legge elettorale che lo vede correre per un collegio composto da 110 comuni a cavallo tra le province di Catanzaro, Vibo e addirittura Reggio.

 

L’ex esponente di Ncd ha poi spinto su due temi. Da un lato la necessità di riuscire ad attraversare il muro di disaffezione e sfiducia, dall’altro la priorità di ridare dignità al territorio, partendo in particolare dalla fine del commissariamento della sanità.


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