In un clima di prudenza e diplomazia il movimento del patron del Cosenza gela la sala. Discussione sulla richiesta dell’ex sindaco Speranza di essere ricevuto dal coordinamento del Pd. Piccioni propone le primarie: ecco chi le vuole e chi no
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Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. Sì perché la politica è una cosa seria ma i personaggi che la rappresentano sono, talvolta, degni attori di una commedia napoletana.
Ma partiamo da un dato importante.
Come tutte le correnti politiche, anche Pd e compagni stanno cercando un nome per le prossime elezioni amministrative che si terranno a Lamezia Terme in primavera. La tornata elettorale è stata oggetto, venerdì sera, di un tavolo del centro sinistra che ha visto protagonisti esponenti di Lamezia Bene Comune, Pd, Italia Viva, M5S, Sinistra Italiana e I socialisti.
L’antefatto
C’è una premessa indispensabile. Anzi due. Innanzitutto funziona un po’ come al Festival di Sanremo: il nome che si suppone possa essere il vincitore della rassegna di solito non ce la fa, viene bruciato.
A Lamezia, poi, la situazione nel Partito democratico è talmente tesa che gli organi nazionali e provinciali – dopo avere accolto diverse lamentele da parte degli iscritti riguardo ad una politica troppo accentratrice da parte del segretario del circolo cittadino Gennarino Masi – hanno deciso di costituire un coordinamento che unisca le due anime del partito. Questo organo può essere considerato composto dai rappresentanti delle due fazioni: da un lato lo stesso Gennarino Masi e Domenico Giampà, segretario di federazione della provincia di Catanzaro (il segreto di Pulcinella è che siano sostenitori di Doris Lo Moro), e, dall’altro lato, Amalia Bruni, consigliera regionale, e Luigi Muraca, responsabile regionale giustizia.
La speranza è quella che, messi insieme, i quattro siano costretti a prendere decisioni equilibrate, o quantomeno che non creino attriti.
I ricevimenti del coordinamento
Nato a settembre, il coordinamento è stato bellamente ignorato e schiacciato da una politica “ad usum delfini” che sarebbe stata testardamente portata avanti da Masi fino a pochi giorni fa. Fino a quando le continue lagnanze e segnalazioni degli iscritti al Pd non hanno indotto a riconsiderare il ruolo del coordinamento e spinto Doris Lo Moro a chiedere di essere ricevuta dai quattro componenti. L’incontro è avvenuto qualche giorno fa e, come è stato riferito nel corso del tavolo, l’ex sindaco ed ex parlamentare ha chiesto di accettare di candidarsi se portata come nome unitario dal Pd.
Anche l’ex sindaco Gianni Speranza – che non è tesserato col Pd ma ha sempre camminato a sinistra – ha chiesto di essere ricevuto dal quadrumvirato del Pd ma al momento non è stato convocato e si è creato un alone di silenzio e mistero su questo incontro.
Se il sondaggio pagato dal Pd (e la politica di Schlein) diventa cartastraccia
L’argomento “ricevere Gianni Speranza” è saltato sul tavolo del centrosinistra di ieri sera. Masi e Giampà, è trapelato, avrebbero mostrato remore sull’opportunità di far ricevere dal coordinamento un non tesserato. Piuttosto, avrebbero proposto, non sarebbe meglio farlo ricevere dal tavolo del centrosinistra? Con buona pace anche della politica di apertura promossa dalla segretaria del Pd Elly Schlein.
Ancora di più diventa cartastraccia un sondaggio tra gli elettori lametini – pagato e voluto dagli esponenti nazionali del Partito democratico – e che ha visto posizionarsi, nell’indice di gradimento, in sostanziale equilibrio, Lo Moro, Speranza e Piccioni. Alla fine si è deciso che il coordinamento valuterà se ascoltare anche Gianni Speranza.
Proposta primarie
In questo clima di malcontento generale, con gli altri partiti che chiedevano al Pd di avere i risultati del sondaggio, Rosario Piccioni, coordinatore di Lamezia Bene Comune, ha lanciato la proposta sulle primarie. A favore Italia Viva, possibilista il M5S, non pervenuto il Pd, contraria Sinistra italiana.
Gelo in sala
Ma l’acme della riunione è stato raggiunto, si narra, quando in sala ha preso la parola Giovanni Renda, consuocero di Eugenio Guarascio imprenditore lametino e patron del Cosenza, già candidato a sindaco con la lista civica Nuova Era. Guarascio, che non frequenta troppo il Consiglio comunale – e forse per impegni professionali non è riuscito a partecipare alla riunione del centrosinistra – avrebbe inviato il consuocero, ignaro delle tensioni diplomatiche di quel momento, per portare la lieta novella: il nome scelto da Nuova Era è quello di Doris Lo Moro.
Gelo in sala.
Fino a quel momento, in forza della regola non scritta che il primo nominato viene bruciato, nessuno aveva pronunciato alcun nome. Men che meno il Pd.
Invece il nome di Doris Lo Moro viene buttato sul tavolo così, con un coup de theatre.
Masi cerca di stemperare mostrandosi felice del fatto che sia stata scelta la figura di una tesserata. Ma ormai la frittata è bella che fatta.