Il riordino della reta ospedaliera penalizza il nosocomio lametino che prede centralità nelle strategie della Cittadella. De Biase (Fi): «Il territorio paga un prezzo troppo alto». Grandinetti (Pd): «Mascaro batti un colpo». L’ex sindaco Speranza: «Decreto da cambiare»
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Sono durissime e anche bipartisan le reazioni del mondo politico lametino rispetto al decreto 69 firmato dal presidente della Regione Occhiuto attraverso il quale, in buona sostanza declassa il nosocomio lametino. Una decisione drastica che ha tagliato diverse strutture. Non ci sono scusanti neanche per il partito di Forza Italia.
Lo stesso partito di cui Occhiuto è vicepresidente nazionale. Il coordinatore cittadino azzurro, Salvatore De Biase è stato molto chiaro: «Nell'ottica di riordino regionale Lamezia paga un prezzo troppo alto. Così non si tutela la sanità in una città che negli anni, da questo punto di vista ha visto, progressivamente perdere il suo peso. Dove sono stati i politici lametini e dove sono adesso - prosegue De Biase - perché non si sono fatti sentire a livello ministeriale. I parametri relativamente agli abitanti, comprendono anche l'utenza dell'hinterland lametino. Noi oggi in realtà perdiamo i primari ed i dipartimenti. E chiaramente questo indebolisce e rende meno attrattivo il nostro ospedale a favore della fondazione Dulbecco. E non può bastare il fatto di passare da 248 a 286 posti letto. Ci sono, è chiaro, anche responsabilità storiche. Da quando a Lamezia sarebbe dovuto nascere il trauma Center senza considerare l'accorpamento. Ma adesso credo sì sia fatto un grave errore di valutazione. E mi dispiace che a Lamezia non ci sia stata unità a prescindere dal colore politico. Stiamo subendo una decisione che va a favore di Catanzaro, di Cosenza, di Crotone e di Reggio Calabria».
Anche Gianni Speranza, che è stato sindaco per dieci anni a Lamezia Terme, ha reagito duramente alla decisione di Occhiuto: «Il decreto del Presidente della Regione Occhiuto è un ulteriore colpo alla già precaria situazione dell’Ospedale di Lamezia. Ci sarà una riduzione drammatica dei servizi ai cittadini, l’eliminazione o il depotenziamento di interi settori. Meno cure, meno sanità pubblica, ulteriore allungamento delle liste di attesa per ogni necessità. Una botta a tutti i cittadini, soprattutto a quelli che hanno più bisogno. Non si può aspettare. Entro il 15 aprile il decreto va cambiato. Bisogna reagire subito in maniera unitaria, seria e senza strumentalismi. Istituzioni, partiti, sindacati, rappresentanti politici, comitati, personale sanitario ed ogni cittadino, a Lamezia , nel comprensorio, nella provincia devono muoversi immediatamente. La sanità pubblica lametina difesa e rilanciata. Ognuno deve svolgere il suo ruolo. Durante il mio mandato di sindaco per difendere il diritto alla salute dei cittadini mi sono opposto sia al presidente della regione di centro sinistra sia di centro destra. Ed è stato molto difficile in entrambe le occasioni ma giusto».
Anche i Dem sono sul piede di guerra. E a Lamezia per mercoledì 20 marzo è prevista una iniziativa forte di contrasto capeggiata dalla consigliera regionale lametina Amalia Bruni. E questa è la chiamata alle armi del presidente del Pd di Lamezia Francesco Grandinetti: «Scenderemo piazza insieme se non viene riconsiderata la “Sanità” a Lamezia. Ma come si fa a non ribellarsi con forza e determinazione davanti allo scempio che si sta consumando ai danni della nostra città? Dove è il sindaco? Dove sono i responsabili dei partiti del centro destra che vedono dalla regione guidata da Occhiuto un continuo attacco alla sanità lametina. Ma Occhiuto è venuto a Lamezia a vedere la spettacolare struttura ospedaliera di Lamezia che invece di essere valorizzata a vantaggio di tutta la regione viene costantemente mortificata?». E poi rivolgendosi direttamente al sindaco della città Mascaro: «Con il decreto n. 69 del 14 marzo scorso la regione Calabria ha definitivamente cancellata l’idea del Trauma center a Lamezia vantaggio della Dulbecco. Presidente Occhiuto pur non facendo parte della tua area politica io ti stimo come amico e persona ragionevole. Ti chiedo di rivedere tale situazione. Al di là degli schieramenti politici che devono lasciare spazio alla voglia di difendere Lamezia, devo dire che ha ragione Massimo Cristiano che nella sua nota giornalistica di oggi in cui ha ricordato le tante promesse fatte a Lamezia oggi disattese. E permettetemi di aggiungere che non è campanilismo esigere di più per il nostro Ospedale, è un dovere di un politico “sano” chiedere a gran voce che la posizione strategica per un Trauma Center non può che essere Lamezia. Lo dice la posizione geografica, lo dicono gli spazi intorno al nosocomio già provvisti di elisoccorso, lo dice la logistica, lo dice le dimensioni dell’Ospedale. Ma ancora di più lo dicono le varie deliberazioni fatte in tal senso, portate avanti già dai tempi degli assessori alla Sanità Luzzo e Lo Moro che non avevano dubbi sulla scelta di Lamezia per il Trauma Center. Credo, qualora non venga modificata la scelta, che sia necessario scendere in piazza uniti per manifestare il nostro rammarico e chiedere con forza che venga ristabilito “il giusto fare” e allontanare i giochi politici che tendono ad indebolire la nostra Città su tutti i fronti. Sindaco muoviti. Te lo dico da più volte e da più tempo su varie tematiche. Non abbiamo bisogno di “cavalli da parata”, ma di condottieri che difendono Lamezia e i suoi cittadini anche mettendosi contro i potentati politici del proprio partito. Non scordarti che anni or sono abbiamo fatto una battaglia, allora con il mio movimento “lameziaprovinciaenonsolo” contro la soppressione dell’Asl n. 11 e portammo in piazza migliaia e migliaia di persone per difendere questa scelta e fu proprio in quella occasione che ci promisero che in Lamezia sarebbe stato istituito il Trauma Center. Egregio Sindaco e Presidente Occhiuto, lo faremo anche adesso da un’altra postazione se non verranno ristabilite le cose, sempre convinto che Lamezia viene prima di ogni convenienza politico».
Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario cittadino del Pd Gennarino Masi: «Con il decreto, firmato dal governatore Occhiuto, il reparto di Pediatria è stato depotenziato, non è più struttura complessa. Pediatria che, in particolar modo, oltre a fornire assistenza al bacino di utenza dei comuni dell’Asp, era diventato punto di riferimento anche per i cittadini del basso cosentino e del vibonese, gestisce il centro di fibrosi cistica regionale aperto a tutti i pazienti che soffrono di questa patologia. Inoltre rimane incomprensibile l’attribuzione delle Strutture Semplici Dipartimentali (Laboratorio di Patologia Clinica, Centro Trasfusionale, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Anatomia Patologica, Emodialisi) non menzionate nel Dca e delle strutture semplici riportate non tenendo conto delle linee di indirizzo previste nell’allegato A del 15.2.2023. La superficialità programmatica ha indotto lo stesso Occhiuto ad annunciare oggi una rivisitazione del decreto. Né è dimostrazione la recente programmazione di Occhiuto che appare piuttosto come una promessa elettorale, anche per la progressiva carenza di medici. È evidente che ci troviamo nel pieno di una bailamme programmatica. Riprendere oggi la battaglia per la realizzazione del Trauma center a Lamezia, insieme a tutte le associazioni e agli uomini sensibili alla problematica di qualsiasi idea politica non appartiene a un vetusto campanilismo. Tutt’altro».