Dopo la vittoria conseguita da Rosaria Succurro alla Provincia di Cosenza, centrodestra e centrosinistra iniziano i tempi supplementari, stavolta partite tutte interne ai relativi schieramenti. Da un lato c’è la poltrona di vicepresidente da assegnare, dall’altro la ricerca di spiegazioni plausibili di come si sia replicato quanto accaduto nel 2014: perdere da favoriti.

La vittoria maturata in Fascia D

Il successo di Rosaria Succurro è maturato a sorpresa e nell’analisi dei numeri non sfuggono due particolari. Il primo è che qualcosa si sia disperso tra Cosenza, Rende e Corigliano (comuni di fascia E e con un “peso ponderato” maggiore). Da Palazzo dei Bruzi fanno quadrato e ribadiscono di aver mantenuto fede agli impegni, rimandando così implicitamente le responsabilità dall’altra parte del Campagnano e nel feudo di Stasi. È nella Fascia D, tuttavia, che è maturata la sconfitta (in primis) del Partito Democratico.

Nei territori guidati dal centrosinistra (o con rappresentanze importanti) è emersa un’insoddisfazione affatto latente che ha portato a sovvertire ogni pronostico della vigilia. Se il sindaco di San Giovanni in Fiore si è imposto nella fascia dove erano presenti, oltre al suo comune, anche Acri, Bisignano, Casali del Manco, Cassano allo Ionio, Castrovillari, Cetraro, Montalto Uffugo e Paola, il corto circuito risulta evidente. In più non sono esclusi strascichi in ottica congresso provinciale PD dove tutto è ancora in gioco.

Ragionamenti in essere per Fratelli d’Italia

Tornando dall’altra parte della barricata, la vicepresidenza spetterebbe a Fratelli d’Italia. Il condizionale però è d’obbligo perché non è detto che venga richiesta. Gli eletti in consiglio provinciale sono due: Salvatore Palumbo (3.101 voti ponderati) e Giancarlo Lamensa (2.301). Il primo è consigliere comunale di Acri, il secondo di Castrovillari ed appartengono ad aree di riferimento differenti. Palumbo è vicino alle posizioni di Luca Morrone, mentre Lamensa a quelle dell’assessore regionale al Turismo e alla Mobilità Fausto Orsomarso e della deputata Wanda Ferro.

I rumor che trapelano raccontano di altri orientamenti in seno al partito di Giorgia Meloni. Ad un ruolo più che altro rappresentativo si potrebbe preferire una delega o anche un incarico tecnico.