Saied rifiuta gli aiuti europei ritenendoli un'offesa alla dignità del suo popolo. L'europarlamentare calabrese punta il dito contro il governo e informa di aver presentato un'interrogazione a Bruxelles sulle nuove norme italiane in materia di immigrazione e asilo
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«L’Unione europea ha sbagliato a farsi imporre nei rapporti con la Tunisia l’agenda da Giorgia Meloni e adesso ne paga le conseguenze». È il commento europarlamentare del Movimento 5 stelle Laura Ferrara dopo aver appreso che il paese nordafricano ha restituito i 60 milioni di euro versati dalla Commissione Ue sul conto della Banca centrale tunisina il 3 ottobre scorso. Una decisione, ha spiegato il presidente tunisino Kais Saied, presa perché «questo metodo viola la nostra dignità e ci mette di fronte ad un fatto compiuto sul quale non siamo stati nemmeno consultati».
Una vicenda che l'eurodeputata calabrese Ferrara giudica come il «fallimento diplomatico e politico di chi pensava di utilizzare il ‘metodo Erdogan’ anche nel Nord Africa e cioè soldi in cambio del trattenimento dei migranti, una soluzione disumana che non poteva funzionare».
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E ancora, aggiunge Ferrara: «Sulla questione migranti il governo Meloni aveva promesso la luna e si trova invece a mani vuote: gli sbarchi continuano ininterrotti, Polonia e Ungheria minacciano di mettere il veto sul pacchetto asilo e si profilano dubbi di costituzionalità e di rispetto della giurisprudenza europea nel Decreto Sud. Su quest’ultimo, infatti, abbiamo presentato una interrogazione alla Commissione europea per verificare se le norme introdotte dal governo italiano in materia di immigrazione ed asilo, in particolare sul trattenimento in centri chiusi e sui minori stranieri non accompagnati, siano compatibili con il diritto europeo. Chiediamo alla Commissione - conclude - di agire per garantirne la sua corretta applicazione».