Il governatore Occhiuto ha presentato una prima ricognizione del debito che grava sul settore: 1,2 miliardi di euro. E ha raccolto apprezzamenti sperticati da parte di consiglieri e parlamentari del suo schieramento. Ma il risanamento è ancora lontano
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C’è una famiglia con pochi soldi e tanti debiti. Ma proprio tanti. Così tanti che neppure si sa quanti siano. Bollette, fatture non pagate e una pletora di creditori che assediano casa. Ogni giorno, questa folla bussa alla porta, quasi la butta giù, e chiede il saldo: «Sganciate, presto, altrimenti facciamo causa e vi pignoriamo anche le scarpe».
La famiglia è disperata. Cerca di rimediare e di metterci una pezza: tira a campare, paga i più esagitati, ma la lista sembra non finire mai. Alla fine, dopo notti insonni passate a fare di conto e a raccogliere tutte le bollette, la famiglia disperata riesce a quantificare l’ammontare complessivo del suo debito. E, stranamente, all’improvviso sono tutti felici: «Ora sappiamo quanto è stretto il cappio che ci soffoca, facciamo festa!».
Fatte le dovute proporzioni, è quanto successo ieri in Calabria all’annuncio del presidente Roberto Occhiuto di essere riuscito, con l’attività di ricognizione che ha messo in campo, a quantificare il debito della sanità calabrese. A spanne, circa un miliardo e 200 milioni di euro. Ma potrebbe essere molto più alto, visto che questo primo parziale conteggio non tiene conto di tutti i mancati pagamenti già contestati a Asp e ospedali, quello che in una parola si definisce “contenzioso”. Alla fine, l’entità del debito potrebbe essere enormemente maggiore, se si pensa che solo a Cosenza, per fare un esempio, l’ex consigliere regionale Carlo Guccione, nel 2021, quantificava il contenzioso in un miliardo di euro.
Eppure, nonostante la misurazione del debito, benché approssimativa, sia solo il primo passo verso il risanamento economico della sanità calabrese (non si può bonificare una palude di cui non si conosce né l’ubicazione né l’estensione), numerosi esponenti del centrodestra calabrese hanno voluto sottolineare quanto comunicato dal governatore con un’enfasi decisamente sopra le righe, che paradossalmente finisce per mortificare i risultati contabili raggiunti, perché rende quasi impossibile distinguere il confine tra propaganda politica di parte e sincero apprezzamento.
La ricognizione | Ammonta a oltre un miliardo di euro il debito della sanità calabrese: ecco il report della Regione
Così, ad esempio, la deputata Simona Loizzo (Lega), prima a dar fiato alle trombe, ha bollato «la ricognizione esatta del debito» come «un fatto storico». Magari lo sarebbe pure, se fosse realmente “esatta”, ma così non è, come ha spiegato lo stesso governatore, che però confida ottimisticamente in una revisione al ribasso una volta che la Guardia di finanza avrà controllato se tra i crediti vantati da chi bussa a soldi ce ne siano anche di già estinti perché magari pagati due o tre volte.
In brodo di giuggiole è apparso Giovanni Arruzzolo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale: «Occhiuto in pochi mesi ha realizzato un sistema di organizzazione senza precedenti. Ora, per la nostra Regione si apre davvero una nuova era». Maggiore cautela nella scelta delle parole forse non avrebbe guastato.
Sulla “storia” l’ha buttata anche la deputata Maria Tripodi, sottosegretario agli Esteri e dirigente calabrese di Fi, stesso partito del governatore: «Su debito operazione storica di Occhiuto, adesso si può ripartire». «Da decenni – ha aggiunto - si fantasticava su un debito miliardario della sanità calabrese: c’era addirittura chi ipotizzava cifre superiori a 3 o 4 miliardi di euro». Insomma, per Tripodi il peggio è passato. Da ora in poi sarà tutto grasso che cola.
Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, ha preferito esaltare la normalità (a suo dire) ritrovata: «Con la ricognizione aritmetica, dettagliata e precisa del debito della sanità, la Calabria dimostra al Paese e all’Europa di essere una Regione normale, meritevole di ancora più fiducia e considerazione». Sul “dettagliato e preciso” valgono le stesse considerazioni di prima. Ma, almeno per ora, non c’è nulla di “normale” in quello che accade in molti ospedali calabresi, a cominciare dai pronto soccorso.
Ha calcato la mano pure Francesco Cannizzaro, deputato calabrese di Forza Italia, per il quale «le cifre catastrofiche che hanno raccontato per anni non esistono e non esistevano. Semplicemente, in tanti in passato, non sono stati in grado di fare bene il proprio mestiere». Ma con Occhiuto, ne è certo, sarà tutta un’altra storia: «Ha vinto la buona amministrazione, che consentirà ora alla Calabria di intraprendere un nuovo cammino nella tutela del diritto alla salute».
Di «un'operazione verità che nessuno, in oltre dieci anni di commissariamento del settore, era riuscito a realizzare» ha parlato invece il senatore, sempre di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori.
Da Fratelli d’Italia, invece, vanno registrate le reazioni dell’onorevole Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo azzurro alla Camera («Bravo Occhiuto») e di Luciana de Francesco, presidente della prima commissione in Consiglio regionale («Finalmente, dopo 13 anni di commissariamenti»).
A riportare tutti con i piedi per terra ci ha pensato, Graziano Di Natale (Pd), a dire il vero l’unico esponente dello schieramento opposto a quello del governatore che si sia fatto sentire a stretto giro: «Occhiuto deve essere più chiaro - ha detto -, dai dati emersi mancano il contenzioso ed i bilanci delle Asp. La cifra di un miliardo e 200 milioni è riconducibile solo ai debiti della Regione verso i fornitori».
Insomma, tutto sommato, non c’è poi così tanto da festeggiare.