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Gli strascichi del referendum, come del resto era inevitabile, si sono presentati in Aula. Nel centrosinistra le acque si mantengono agitatissime. Da un lato Flora Sculco di Calabria in Rete, dall’altro il democrat Carlo Guccione hanno stretto d’assedio il fortino del governatore. Osservazioni e critiche senza soluzione di continuità sia sul Piano regionale dei rifiuti, che su quello dei Trasporti. I colpi di Guccione sono stati i più duri e hanno fatto imbufalire Oliverio. L’ex candidato sindaco di Cosenza ha bollato il Piano dei rifiuti, sul quale si è poi astenuto, come un libro delle chiacchiere.
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E per spiegare il concetto si è richiamato ad un esempio fatto da Matteo Renzi durante l’assemblea nazionale per analizzare le ragioni della sconfitta al referendum. Il premier ha riferito, come da semplice cittadino in visita alla scuola del figlio per il colloquio con i genitori, abbia visto molte inefficienze nella struttura. Al contrario di quando era premier e visitava solo scuole tirate a lucido. «Quando si sta troppo tempo dentro i palazzi – ha parafrasato Guccione – si perde il contatto con la realtà». Una modalità evidente per tornare sul “notabilato” attaccato dall’ex premier.
Oliverio non ha per nulla gradito e ha fatto tremare il palazzo con i decibel della sua voce che illustrava, punto per punto, i singoli interventi della sua giunta e le chiusure di diverse discariche.
Il centrosinistra e il Pd si sono poi incartati, nuovamente, sulla legge in materia di aborto presentata da Giudiceandrea. La solita contrapposizione tra cattolici e laici è tornata a farsi sentire, nonostante l’introduzione soft di Michele Mirabello, presidente della Commissione “Sanità”, che ha spiegato come la legge sia stata mal interpretata dalla stampa e che, in realtà, si tratta di una normativa a tutela della maternità.
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Il centrodestra ci è andato a nozze e di provocazione in provocazione stava riuscendo a far diventare l’Aula una trappola. Inevitabile che Oliverio ed Irto provassero a salvare capra e cavoli con un rinvio.
Anche i rapporti con il Nuovo Centrodestra, però, sembrano essere differenti rispetto alla prima parte della legislatura. I consiglieri regionali del partito di Alfano si sono astenuti sul Piano dei rifiuti e, tramite Baldo Esposito, hanno chiesto moltissime spiegazioni sulla normativa presentata da Giudiceandrea. Lontani i tempi dei voti congiunti e degli accordi che hanno consentito, ad esempio, a Pino Gentile di essere eletto vicepresidente di minoranza del Consiglio. Oppure del patto che ha visto la creazione della Commissione “Riforme”, nata ad ho per essere affidata agli alfaniani, proprio con Esposito.
Un segnale che va in contraddizione con la sintonia sempre maggiore tra Alfano, attuale ministro degli Esteri, e il Pd di Renzi. E che, evidentemente, va letto come il frutto della lacerazione che sta attraversando il partito calabrese che guarda con attenzione alla possibilità di poter rientrare nel recinto del centrodestra. Soprattutto se poi il coordinatore Tonino Gentile non dovesse ricevere la carica di viceministro dello Sviluppo Economico di cui continua a parlarsi. Insomma, gli effetti della consultazione referendaria non sono stati per nulla smaltiti e continueranno ad agitare il panorama politico per le prossime settimane. Specialmente se, come ormai certo, dovesse aprirsi anche la partita relativa al rimpasto di giunta che Oliverio considera adempimento da svolgere a stretto giro di boa.
Riccardo Tripepi