Un bel bagno di realtà. Così molti commentatori hanno definito il risultato del voto sardo per il centrodestra che per la prima volta, dopo un anno e mezzo di vittorie continue, ha dovuto assaporare l’amaro sapore della sconfitta.

Un bagno di realtà che avvisa Meloni, Tajani e Salvini di due cose. La prima è che c’è vita oltre il perimetro di Governo. Il centrosinistra, nonostante i continui equilibrismi di Conte, esiste e potenzialmente può insediare elettoralmente il centrodestra. Del resto, come ci ha detto il segretario regionale dem Nicola Irto, la coalizione di governo non è mai stata maggioranza nel Paese. Numeri alla mano, la vittoria nel 2022 si è avuta solo perché le opposizioni hanno marciato divise.

L’altro aspetto riguarda la selezione della classe dirigente. Troppo debole quella di Fratelli d’Italia. D’altronde non poteva essere diversamente vista la crescita tumultuosa dei meloniani arrivati in un amen dal 4 al 30%. La riprova è la candidatura di Truzzu, quasi un idealtipo della generazione Atreju, che ha perduto malamente nella città dove è nato e dove è sindaco. Qualcuno ha accostato Truzzu ad un’altra figura fortemente voluta dalla Meloni, Enrico Michetti, disastroso candidato sindaco a Roma nel 2021 nonchè alcune  scelte che non si sono rivelate all’altezza nella compagine del Governo.

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Tensioni nel centrodestra

Il voto sardo quindi spinge il centrodestra a mettere da parte momentaneamente le divisioni e gli screzi interni per concentrarsi sulle cose concrete da fare per il Paese. Più facile dirsi che a farsi. Perché nemmeno il tempo di archiviare il risultato sardo che Salvini si è messo a parlare di Veneto e quindi del nodo del terzo mandato per Luca Zaia. Sullo sfondo i sospetti per quei cinquemila voti ballerini che, grazie al voto disgiunto, alimentano i sospetti di fuoco amico su Truzzu proprio da parte della Lega e del partito sardo di Solinas.

Naturalmente i protagonisti negano che ci siano tensioni nella coalizione anche se i retroscenisti scrivono di un Consiglio dei Ministri molto agitato ieri pomeriggio con la Meloni e Salvini che non se le sono mandate a dire.

Sollecitato dall’Ansa, uno dei pochi a parlare è stato proprio il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, fresco vicesegretario nazionale di Forza Italia. «Le altre coalizioni si saldano o si sfaldano in relazione ai risultati elettorali che conseguono - ha detto Occhiuto - Il centrodestra, invece, è un campo politico forte e coeso, unito da decenni a prescindere dalle vittorie o dalle sconfitte. Dispiace avere perso le elezioni in Sardegna per un pugno di voti, ma non possiamo neanche sottovalutare il dato importante delle coalizioni: senza il voto disgiunto e senza i numeri negativi di Cagliari, oggi racconteremo un'altra storia». Non è un caso che a parlare sia stato Occhiuto visto che Forza Italia non è uscita affatto male dalle urne, anzi. Ha quasi doppiato la Lega. Carroccio al 3,8%, gli Azzurri al 6,7.

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Il risultato di Forza Italia

Proprio questo dato sottolinea Occhiuto: «All'interno del centrodestra - ha aggiunto - si segnala il risultato positivo di Forza Italia, con picchi straordinari come il 25% di Olbia, governata dal nostro Settimo Nizzi. Sono certo, comunque - ha detto ancora Occhiuto - che il risultato sardo non influirà in alcun modo sulla solidità dell'esecutivo Meloni, che continuerà a guidare il Paese positivamente e con il chiaro sostegno di tutte le forze politiche della maggioranza. Grazie comunque a Paolo Truzzu per l'impegno profuso in questa campagna elettorale e auguri di buon lavoro ad Alessandra Todde, neopresidente della Regione Sardegna».

Se ci saranno contraccolpi è presto per dirlo. Bisogna aspettare cosa succederà fra due settimane in Abruzzo (una seconda sconfitta sarebbe davvero pesante da digerire) e come andranno le Europee. Un dato è certo: nel centrodestra la tensione fra gli alleati esiste eccome. In particolare fra FdI e la Lega. Uno scontro che potrebbe avere contraccolpi non solo a livello nazionale, ma a cascata in tutto il Paese, compresa la Calabria dove FdI, sia pure sotto traccia, da tempo ritiene di essere sottorappresentato in giunta regionale. Occhiuto sa che dopo le Europee il rischio di uno sfilacciamento della coalizione, soprattutto se il centrosinistra rialza la testa, esiste. Allora forse anche lui ha qualcosa da apprendere dalle elezioni in Sardegna. A partire dal rapporto con gli alleati di governo.