«Il Decreto Calabria è un atto politico coraggioso ma assolutamente necessario» a dirlo sono i due esponenti della camera dei deputati del Movimento 5 stelle, Francesco Forciniti e Francesco Sapia, entrambi eletti nel collegio camerale di Corigliano-Rossano. In buona sostanza – per come hanno illustrato i due parlamentari - si tratta di uno strumento che da al commissario ad acta, il generale Cotticelli, carta bianca per fare di tutto: finanche avviare le procedure di rimozione e perfino licenziamento dei direttori inadempienti.

«La Costituzione – dice Francesco Forciniti - attribuisce alle regioni competenza in materia di sanità. Tuttavia l’art. 120 Cost. legittima l’intervento sostitutivo del governo, in casi straordinari e molto gravi. Straordinaria, ed estremamente grave è la situazione della sanità calabrese, che oggi vanta un disavanzo di bilancio di oltre 170 milioni di euro, che oggi vede la cronaca giudiziaria, raccontarci di indagini e di provvedimenti giudiziari per infiltrazione mafiosa di ASP calabresi».

In Calabria il disavanzo di cassa più alto d’Italia

 «Abbiamo il disavanzo delle casse pubbliche più alto d’Italia. A fronte di cosa? A fronte dei Livelli essenziali di assistenza più bassi della nazione», ha ricordato Forciniti. Che ha poi aggiunto: «È uno strumento, ora molto dipende da come verrà utilizzato. Il commissario ad acta avrà la possibilità di effettuare verifiche straordinarie su tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere della regione. All’esito di tale verifica potrà licenziare in tronco i rispettivi direttori e sostituirli con nuovi, che a loro volta potranno verificare l’operato dei vari funzionari».

«Arriva anche lo sblocco del turnover»

Con lo stesso Decreto, annunciano i due parlamentari, arriva anche lo sblocco del turnover. «Diversamente avremmo assistito imperterriti al collasso della nostra sanità». Si presenta semplice (16 articoli appena di cui 10 dedicati esclusivamente alla nostra regione) ma con un obiettivo forte: «riportare la legalità nella sanità calabrese. Perché senza legalità il sistema sanitario è tutt’altro che sano», così invece Sapia. «Dal 2009, dal piano di rientro, dalla nomina a commissario di Scopelliti, da quando sono stati nominati dei primari per reparti inesistenti, mentre qui da noi (nello spoke di Corigliano-Rossano, ndr) mancava il primario di ortopedia. Finendo con i 170 milioni di euro di disavanzo, lasciati da Scura, a cui dobbiamo aggiungere i 320 milioni di euro di emigrazione sanitaria».

«Via la politica dalla sanità»

«Con la sua approvazione – ha aggiunto Sapia - avremo una chiara e puntuale rappresentazione della nostra sanità: quanti reparti abbiamo, quanto personale? Con il piano di rientro – ha concluso - abbiamo assistito alla chiusura di molti reparti, tuttavia il personale non è stato licenziato, e oggi molto di questo personale si imbosca con la compiacenza della politica. Il provvedimento, in definitiva, vuole togliere la politica dal sistema sanitario».

 

LEGGI ANCHE: Decreto sanità, Unindustria: «Mette a rischio mille posti di lavoro»