Esplode la rivolta dentro Forza Italia. La militarizzazione del partito imposta da Jole Santelli e Roberto Occhiuto non pare essere servita a mettere la museruola agli oppositori. Anzi. La scelta del candidato alle prossime regionali, individuato in Mario Occhiuto senza una discussione interna, sembra aver fatto rompere gli indugi a tutto il gruppo dei dissidenti con focolai di protesta sempre più ampi e ormai diffusi su tutti i territori. Con le ultime dichiarazioni dell’ex presidente della Commissione “Sanità” del Consiglio regionale, Salvatore Pacenza, si è completata territorialmente una protesta che può definirsi regionale.

 

Dopo le rivendicazioni di Piero Aiello che ha parlato da candidato in pectore per il gruppo dei fratelli Gentile, è seguita un’esplosione di critiche verso l’operato del coordinamento regionale sui criteri adoperati per la scelta del candidato del partito in vista delle prossime regionali. Il nome del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, da tutti ritenuto valido, non può essere imposto e la scelta definitiva deve arrivare al termine di un percorso di dialogo con tutte le componenti del partito, il ragionamento dei dissidenti.

Un messaggio forte e chiaro che ha cominciato a propagarsi da Reggio Calabria con la presa di posizione del dirigente Nuccio Pizzimenti per deflagrare con la durissima reprimenda del senatore Marco Siclari che ha deciso di mettere fine all’atteggiamento “buonista” delle ultime settimane. Da Reggio è poi arrivato il sostegno del consigliere comunale Pino D’Ascoli, a suo tempo indicato come candidato sindaco per la componente del partito vicina all’ex deputato Nino Foti.

Sono seguite poi le dichiarazioni di Maria Luana Ferraro, coordinatrice del movimento “Vibo Valentia da Vivere” che ha minacciato di abbandonare la coalizione in caso di imposizione di Occhiuto. Concetto condiviso anche dall’ex consigliere regionale Alfonsino Grillo, da tempo sulle posizioni dei Gentile.

E’ stata poi la vota di Mario Magno che ha invitato il coordinamento regionale a correggere gli errori compiuti alle politiche dello scorso 4 marzo con l’imposizione dall’alto delle liste, sostenendo in pieno la tesi di Marco Siclari e la candidatura di Piero Aiello.

A chiudere il cerchio Salvatore Pacenza per il crotonese. «Le prese di posizione e il dibattito mediatico susseguenti alla possibile candidatura a presidente per le prossime elezioni regionali per conto del centrodestra impongono delle riflessioni finalizzate non a polemiche inutili, ma a trovare soluzioni per costruire una coalizione unita e pronta a contrapporsi all’attuale centrosinistra. Proseguire con un atteggiamento respingente, poco incline a riflessioni comuni, impedirà inevitabilmente di ricucire un tessuto politico al momento lacerato e per il quale i cittadini hanno difficoltà a comprendere. Le responsabilità dei vertici nazionali e regionali di FI sono quindi importanti – conclude Pacenza perché dipenderà dalla loro capacità di mediazione se si riuscirà a non disgregare definitivamente un partito ed una coalizione».

Il rischio di una vera e propria implosione è dunque altissimo considerato anche che i sondaggi a livello nazionale vanno male e che le prossime elezioni europee costituiscono un complicatissimo banco di prova. E non c’è nessuno dei dissidenti che si spenderà in campagna elettorale dovessero restare così le cose.

 

Riccardo Tripepi

 

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