Per la presidente della commissione Sanità i trasferimenti dei reparti sono inutili in vista dell’ospedale della Sibaritide (che però potrebbe entrare in esercizio molto dopo il 2026). Il calendiano: «La politica resti fuori dalla sanità»
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Gli ospedali di Corigliano Rossano, Giuseppe Graziano e Pasqualina Straface
Siedono a pochi passi l’uno dall’altra in consiglio regionale, rappresentano lo stesso territorio, sono concittadini ed organici alla maggioranza che sostiene Roberto Occhiuto, ma su temi sanitari Pasqualina Straface e Giuseppe Graziano la vedono diversamente.
In merito al trasferimento del reparto di Ginecologia e ostetricia dall’ospedale di Corigliano a quello di Rossano – per dare seguito al decreto del commissario ad acta che prevede le branche chirurgiche al Giannettasio di Rossano e quelle mediche al Compagna di Corigliano – la pasionaria di Forza Italia si dice estremamente contraria mentre il calendiano antepone davanti a tutto l’acceso alle cure.
«Rispetto al cronoprogramma di consegna entro il 2026 del ospedale della Sibaritide – spiega la presidente della commissione Sanità – non vi è alcun motivo sostenibile per cui eventuali risorse finanziarie (1,6 milioni di euro, ndr) debbano essere utilizzate per il trasferimento dei reparti di ostetricia e ginecologia dal presidio ospedaliero Compagna. Al netto di quanto contenuto in atti e documenti, non può avere alcun senso consentire interventi di questa natura».
Quegli atti e documenti, però, sono stati sottoscritti dal governatore/commissario e dal management dell’Asp di Cosenza e prevedono anche il trasloco dei reparti di Oncologia e Nefrologia da Rossano a Corigliano per chiudere il cerchio branche chirurgiche/mediche, in attesa dell’ospedale della Sibaritide che di fatto accorperà lo spoke a due teste – alla base di lotte decennali di campanile inverosimili e spesso vergognose tra i due territori – in un unico luogo.
Per Pasqualina Straface, insomma, non vi è alcun motivo plausibile alla base del trasloco, proprio in prospettiva futura, l’ospedale della Sibaritide che sarà concluso nel 2026. Il problema, però, non è tanto l’infrastruttura in sé, su cui nessuno ormai sembra nutrire dubbi, quanto sull’entrata in esercizio. Dalla conclusione dei lavori ormai certi all’accensione delle luci, all’accoglienza del primo paziente, quindi a conclusione dei traslochi dal Giannettasio e dal Compagna al nuovo ospedale, si stimano fino e forse oltre due anni. Peraltro, nelle piante organiche dello spoke, quindi dei due presidi ospedalieri cittadini, tra tutti i reparti mancherebbero circa 60 medici. Un numero enorme, che al momento impedirebbe anche di attivare i 376 posti letto previsti nell’ospedale della Sibaritide.
Quell’ospedale modernissimo, all’avanguardia anche tecnologica in Europa, il primo ad essere costruito dopo la pandemia, rischia di rimanere un’incompiuta sanitaria e non strutturale. Bello, bellissimo ma a mezzo servizio. Per di più in quelle corsie sono previsti reparti o ampliamenti oggi non presenti come la medicina nucleare, l’emodinamica e lo sviluppo della traumatologia, a cui l’ospedale sarà vocato.
La politica riuscirà a stare al passo dell’iter di costruzione? È questo il quesito che bisognerebbe porsi.
Straface: «No al trasferimento del punto nascite»
«Non vi è alcun motivo o ragione per cui il punto nascita debba essere trasferito dall’attuale presidio ospedaliero del Compagna di Corigliano. È, quello del nuovo Ospedale, un progetto ed una prospettiva che, grazie all’impegno ed alla determinazione del presidente Occhiuto, ha ormai una perimetro preciso e non più aleatorio quanto alla sua concretizzazione a beneficio del diritto alla salute di tutti, in particolare di quest’area della regione. Ecco perché – conclude la Straface – è esattamente in questa cornice di obiettivi condivisi e chiari che se possono essere considerati pacifici e normali interventi circoscritti e necessari a migliorare servizi esistenti come ad esempio il blocco operatorio, gli stessi diventano invece incomprensibili ed inaccettabili se finalizzati ad attuare trasferimenti di reparti, ipotesi rispetto alla quale siamo e continueremo a motivare la nostra contrarietà».
Graziano: «In attesa del Nuovo Ospedale di Insiti garantire accesso alle cure»
Di tutt’altra convinzione Giuseppe Graziano. «Garantire ai cittadini l’acceso alle cure e ad una sanità efficiente è la priorità che impone impegno massimo per i rappresentanti istituzionali. Non c’è e non ci può essere un limite di spesa, ancor più se ideologico o di parte, difronte al riconoscimento del diritto alla salute. Alla politica il ruolo di fornire gli strumenti per governare i servizi; ai tecnici, invece, il compito di metterli a frutto».
«Nel frattempo, in attesa dell’entrata in funzione del nuovo presidio ospedaliero, occorre – aggiunge – che i cittadini di quest’area si sentano tutelati e al sicuro. L’azione coraggiosa avviata proprio dal presidente Occhiuto in questi anni è nata con l’obiettivo di limitare i disagi».
«In questa direzione, ad esempio, vanno gli sforzi che si stanno compiendo in questi mesi sull’ospedale Annunziata di Cosenza che, pur nella prospettiva ormai concreta della realizzazione di un policlinico a servizio della nuova facoltà di Medicina dell’Unical, continua ad essere oggetto di interventi strutturali per migliorare spazi, prestazioni e, più in generale, il comfort del nosocomio».
«Stessa cosa – conclude il consigliere regionale – bisogna fare anche negli ospedali della Sibaritide, nei quali anche nell’imminenza di un nuovo ospedale, non si possono e non si devono lasciare appesi nel limbo e nella disorganizzazione i presidi esistenti. Ben vengano, allora, i nuovi investimenti che il management dell’Asp di Cosenza ha deciso di operare sulle strutture del Giannettasio e del Compagna, dalla realizzazione della prima elisuperficie notturna della regione in ambiente sanitario per finire alla riqualificazione degli spazi, passando per l’attesa riorganizzazione dello spoke, che come da direttive commissariali dovrà prevedere un’area medica ed un’area calda destinata anche all’emergenza/urgenza. Non ci possono essere visioni differenti rispetto a questo e soprattutto non ci possono essere imbarazzanti prese di posizioni che mirano esclusivamente a scavalcare competenze di gestione che – conclude Giuseppe Graziano – la politica non ha e non può avere. Anzi, la politica ne deve restare fuori».