Il governatore spiega che la fiducia sulla riforma è stata posta su un tema che per troppi anni non è stato affrontato, portando al collasso gli enti: «Serve cancellare e modificare l'esistente» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Con un’ora e mezza di ritardo rispetto alla convocazione il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha aperto i lavori del Consiglio regionale. Il tempo necessario per limare le strategie d’aula della maggioranza - che sembra ricompattata sul tema della riforma dei Consorzi di Bonifica che tante polemiche ha sollevato negli ultimi giorni – e per scremare la grande massa di emendamenti arrivati all’ufficio di presidenza.
Il momento assume i connotati della solennità. Mancuso legge all’aula il contenuto dell’articolo che disciplina l’istituto della fiducia imposta dal presidente della giunta Roberto Occhiuto. Dall’opposizione Mimmo Bevacqua (Pd) vorrebbe che fosse lo stesso Occhiuto a relazionare ma passa la linea Mancuso, ed a relazionare sul progetto di legge licenziato dalla giunta ci pensa la presidente della Sesta Commissione Agricoltura, Katya Gentile (FI). È lei a comunicare all’aula che, recepiti i suggerimenti provenienti da associazioni e Consorzi, si è deciso di ritirare tutti gli emendamenti, per discuterli in maniera più puntuale e approfondita in un secondo momento, ma non troppo lontano.
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La riforma dei Consorzi
Occhiuto, febbricitante, spiega che la fiducia sulla riforma è stata imposta su un tema che per troppi anni non è stato affrontato, portando al collasso i Consorzi. «Se volessimo sostenere i Consorzi nella situazione odierna non potremmo farlo perché le risorse sarebbero pignorate. Non è che ci sono situazioni che vanno trattate nello stesso modo, alcune sono state meglio amministrati di altri, ma ci sono anche responsabilità della politica. Le riforme non hanno colore politico, ma nascono da un atto di coraggio di chi governa. Non ho ricordi di riforme che sono nate perfette. Serve cancellare e riformare l’esistente, confrontandosi con la situazione concreta sulla quale la riforma deve riverberare i suoi effetti».
«Ho sentito che molti di quelli che gestiscono i Consorzi – ha aggiunto il presidente - dicono che non hanno potuto esprimere la governance dei Consorzi per i crediti accumulati nei confronti della Regione». Occhiuto rilancia quindi una necessaria «operazione verità», ricordando che il governo Oliverio costituì una Commissione sul tema conclusasi con il risultato che i Consorzi dovrebbero alla Regione qualcosa come 184 milioni di euro.
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Il voto di fiducia
Il sistema vigente, insomma, fa acqua da tutte le parti per il presidente. «Rischiamo di far affondare il Bilancio della Regione insieme ai Consorzi» tuona Occhiuto. «Ho deciso di porre la questione di fiducia non per un atto di scarsa considerazione nei confronti della maggioranza o del Consiglio, ma esercitando una mia prerogativa. Non è arroganza o un atto offensivo. Nel nostro regolamento le maggioranze si formano all’atto delle elezioni. Il voto di fiducia non serve a delimitare l’ambito della maggioranza, ma a condizionare la vita della legislatura a riforme strategiche per la regione. Continuo a fare il presidente se posso tentare di cambiare le cose, altrimenti riconsegno il mandato. Per questa ragione ho chiesto di esprimere 21 voti favorevoli. La sostanza della questione è che rimango a fare il presidente se sono messo nelle condizioni di poter operare».
«A me interessa che – ha continuato - ci sia una unica personalità giuridica garantendo la rappresentanza dei comprensori. Mi interessa anche che la Regione stabilisca che gli agricoltori che hanno accesso alle provvidenze devono mettersi in regola con i ruoli emessi dai Consorzi, perché questo sistema deve essere in equilibrio. Una delle proposte emendative che sono state proposte riguardava proprio l’impegno di un contributo strutturale da parte della Regione e noi ci impegniamo a dare ai consorzi un ulteriore incentivo del 35% alla riscossione».
Consorzio unico perché? «L’agricoltura calabrese è un’agricoltura di eccellenza – ha detto Occhiuto - e non per merito del governo regionale ma per gli agricoltori. Però questa eccellenza è messa in discussione dal fatto che nel sistema dei consorzi si è generata una situazione di deficit».
Occhiuto accarezza la sua maggioranza, che lo ha «accompagnato in questo percorso in totale autonomia». La riforma serve, insomma, a dare anche un messaggio all’esterno che in Calabria si fa sul serio. Come successo con la Centrale nel Parco. Iniziativa peraltro, ammette Occhiuto, suggerita da Ferdinando Laghi.
Infine, Occhiuto invita tutti a votare liberamente, «liberandosi dalle tare ideologiche».