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Un programma condiviso, incentrato sui temi dell’occupazione e sull’abbattimento delle diseguaglianze sociali. E la Costituzione come stella polare. La sinistra torna a dialogare, o almeno ci prova. Tentando di ritrovarsi nella stessa casa, sotto un unico tetto, un’unica sigla elettorale in vista del decisivo appuntamento con le politiche del 2018.
Il tentativo è riunire le diverse anime della sinistra
A tenere le fila di questo processo complesso, difficile da realizzare ma non utopico, è l’avvocato cosentino Anna Falcone, cresciuta seguendo gli insegnamenti socialisti di Giacomo Mancini, e reduce dalla negativa esperienza condotta con Antonio Ingroia, accantonata in soffitta senza rimpianti. Insieme a Tomaso Montanari, lo scorso 18 giugno ha dato vita al Brancaccio di Roma all’Alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza, un soggetto nel quale possono riconoscersi non solo i dissidenti del Partito Democratico ma anche quelle forze contestatrici delle ultime riforme adottate dai governi di centrosinistra, come jobs act e buona scuola.
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Movimenti, sindacati e partiti politici in campo
Nella sala Auser del centro storico di Cosenza, ci sono i rappresentanti di associazioni, movimenti, sindacati, ma anche di partiti politici come Rifondazione Comunista e Sinistra Italiana. CI sono ex parlamentari come Paolo Palma, Giuseppe Pierino e Fernando Pignataro, il radicale Enzo Paolini. Si discute sull’opportunità di allargare l’alleanza al Movimento Democratico Progressista. Perché con il Rosatellum, per entrare in Parlamento servono i numeri, occorre coagulare il consenso. Per non rischiare che questa battaglia per i diritti si trasformi in una semplice testimonianza.
Salvatore Bruno