Una proposta di legge che avrebbe dovuto rappresentare un segnale forte contro la violenza di genere, presentata dalla consigliera regionale Amalia Bruni del Partito Democratico calabrese, è invece al centro di un acceso dibattito. L’iniziativa, che i dem puntavano ad approvare entro l’8 marzo come simbolo di impegno per le donne, ha suscitato incredulità e critiche da parte di importanti realtà sul territorio e del vicepresidente del Consiglio Regionale Pierluigi Caputo (Forza Italia).

La proposta e le accuse dei Centri Antiviolenza

Secondo quanto dichiarato dal Coordinamento Antiviolenza Donne in Calabria (Cadic), la proposta presentata dalla consigliera Bruni sarebbe identica a un documento trasmesso nel marzo 2023 dalla vicepresidente del Cadic, Isolina Mantelli, a diverse rappresentanti istituzionali, senza distinzione di appartenenza politica. «Un lavoro frutto di anni di impegno da parte di operatrici sul campo - sottolinea - che non è stato riconosciuto né rispettato nella conferenza stampa di ieri». I Centri Antiviolenza calabresi contestano inoltre la mancata inclusione delle associazioni nella presentazione del testo, nonostante il loro ruolo cruciale nella redazione del documento. «La lotta contro la violenza di genere deve essere trasversale e condivisa, non strumentalizzata politicamente» si legge in un comunicato diffuso dall’organizzazione.

Pierluigi Caputo: «Un grave affronto»

Sulla questione è intervenuto anche Pierluigi Caputo, vicepresidente del Consiglio Regionale, che ha definito l’evento «una farsa» e «un grave affronto» alle donne vittime di violenza e alle realtà che operano quotidianamente sul territorio. «La presentazione solitaria di questa proposta svuota di significato un lavoro nato dal confronto diretto con le vittime e riduce un tema tanto importante a un gesto simbolico. Serve rispetto per chi combatte ogni giorno contro la violenza» ha dichiarato Caputo, chiedendo un chiarimento pubblico da parte di Amalia Bruni.

La proposta di legge, intitolata “Prevenzione e contrasto alla violenza di genere sulle donne e loro figli”, per l’esponente azzurro avrebbe dovuto rappresentare un momento di coesione. «Non è accettabile tutto ciò. Bruni si appropriata indebitamente di un documento elaborato e consegnato al presidente Occhiuto da diversi centri antiviolenza. In maniera solitaria, senza nessuna associazione rappresentativa. Se non è un affronto questo…».

Violenza di genere, la presentazione della proposta di legge

La proposta di legge finita al centro delle polemiche è stata presentata ieri nella sede del Pd di Lamezia Terme. Bruni, nel corso della conferenza stampa ha premesso che «la violenza di genere non è solo una questione privata, ma un'emergenza sociale che riguarda tutti. Con questa proposta di legge, vogliamo rispondere con forza, determinazione e un approccio multidisciplinare a una problematica che tocca profondamente la vita di tante donne in Calabria». Alla conferenza stampa hanno preso parte, oltre alla proponente Amalia Bruni, anche la portavoce della conferenza delle Donne democratiche Teresa Esposito, la componente della Direzione nazionale Enza Bruno Bossio e il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, Mimmo Bevacqua.

La presentazione della legge regionale, per il Pd, segna l’avvio di una campagna informativa con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e avviare un proficuo confronto con le istituzioni e la società civile sulla legge sui territori. La prima tappa della strada pensata per la proposta è prevista per oggi a Lamezia, nel Chiostro di San Domenico. Il percorso, però, non sembra partito con il piede giusto.