Dopo i sorteggi sull’ordine delle liste da apporre sulla scheda elettorale, che sembrava come al solito aver risolto ogni problema, a Catanzaro si è invece iniziato a discutere di linee, colonne e righe, quasi si stia improvvisamente parlando di geometria o di modelli Excel in luogo delle attese Amministrative. Ma tant’è, le Comunali 2022 in cima ai Tre Colli vogliono davvero entrare nella storia. Peccato, però, che in termini di record negativi o comunque poco edificanti.

La notizia, infatti, è che solo oggi (30 maggio, ovvero a 13 giorni dal voto) c’è il via libera ai cosiddetti facsimile. A quelli ufficiali con l’avallo, per così dire, del competente Ufficio Territoriale del Governo. Una Prefettura che ha finalmente dato l’ok, autorizzando così i candidati a correre nelle tipografie a far stampare i “preziosi fogli” da consegnare ai potenziali elettori con il proprio nome stampato sopra e la croce apposta sul simbolo del partito o movimento civico di riferimento. Normale attività di propaganda, insomma.

Che però stavolta, come premesso, non è ancora iniziata. Motivo? Non si è riusciti a sistemare i simboli su due colonne, cosa che viceversa è stata possibile a Lecce dove pur con lo stesso numero di liste (23) ai nastri di partenza ce l’hanno fatta a stare nei… limiti di un paio di facciate per intendersi meglio. Soluzione che peraltro lascia le dimensioni della scheda, di per sé non piccolissima, a 47 cm (ovvero sotto i 50) mentre con le tre colonne si arriva a oltre 70, dando luogo a una scheda che in gergo viene chiamata il lenzuolino e dunque a uno strumento non certo comodo ad esempio per gli elettori molto avanti con gli anni.

Ma, al di là, di ogni considerazione resta quanto disposto dalla Gazzetta Ufficiale a riguardo che consente di arrivare a un massimo di nove contrassegni per linea orizzontale con la possibilità quindi di (re)stare entro le misure standard come avvenuto, lo si ribadisce, nel capoluogo salentino. Peccato, tuttavia, che a Catanzaro sia andata in modo diverso. E che, a prescindere dalle spiegazioni sul piano tecnico o dalle obiezioni sollevate rispetto alla prospettazione di qualunque altra soluzione, è del tutto anomalo l’essere arrivati quasi a ridosso delle ultime due settimane dalla chiamata alle urne senza aver sciolto tale fondamentale nodo. L’ennesima dimostrazione, lo si ribadisce, della straordinarietà di questa tornata del 12 giugno in occasione di cui fra numeri di aspiranti sindaci e componenti del civico consesso da record e confronto fra rivali all’insegna di reciproche accuse e insulti i fatti da stigmatizzare sono davvero molti.

La grave lacuna della mancanza di facsimile non va però addebitata alla politica, che una volta tanto è stata costretta ad attendere fra le lamentele di quasi tutti quanti sono in corsa per entrare o rientrare nell’assise di Palazzo De Nobili ancora privi del principale mezzo di propaganda, ancor più dei cosiddetti “santini”. E la riprova, anche se questo è l’unico elemento positivo, viene dal non aver ancora visto a terra il tappeto di fogli formato dalla stragrande maggioranza delle persone avvicinate. Le quali, poco dopo aver ricevuto il facsimile dal candidato indipendentemente se lo votano o meno, lo gettano dove capita. Malvezzo che nel 2022 sarà in sostanza molto limitato perché di fogli ne circoleranno in misura assai ridotta e inoltre per molto meno tempo rispetto al passato cosicché i diretti interessati sceglieranno probabilmente di non stamparne e distribuirne a profusione.