Continua a slittare la direzione nazionale del Pd che ormai si terrà in notturna. Il primo rinvio dei lavori aveva spostato l’inizio alle 16, poi alle 20, adesso è stato indicato l’orario delle 22.30. Quello che è sicuro è che si farà notte. A conferma della grande difficoltà che sta attraversando il partito per arrivare alla definizione delle liste.


I sondaggi non sono buoni e i collegi sicuri sono ridotti al lumicino. Tutti ingredienti che la dicono lunga sulla “moria” di uscenti a cui si assisterà a breve. Nel mezzo la dialettica tra Matteo Renzi e le minoranze, soprattutto quella legata a Andrea Orlando, che sta regalando scontri assai duri. Così come si sta rivelando assai difficile l’interlocuzione con Beatrice Lorenzin che ha gettato benzina sul fuoco: «non siamo sversatori di sangue – ha detto l’ex ministro alla Salute - puntiamo a prendere il 3% ma dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare».

Tanto da aver richiesto l’intervento del coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini. «In riferimento a quanto scritto da alcune agenzie smentisco che il segretario del Pd abbia posto veti sui nomi della minoranza. Stiamo semplicemente lavorando tutti assieme per individuare le candidature che possano avere sul territorio maggiori possibilità di vittoria».

La questione Calabria

La Calabria è tra le questione che rimangono aperte e che Renzi continua a rinviare. Ovviamente la Regione non farà eccezione all’epurazione che sembra ormai decisa e le liste di Oliverio e Magorno in gran parte resteranno lettera morta. Assai facile che, invece, Renzi presenti ai colonnelli calabresi una lista già pronta, come inizia a temere le folta schiera di calabresi presente nella Capitale. All’Hotel Colonna Palace dove è raccolta la delegazione dei calabresi, sono ore frenetiche di incontri e trattative. Oltre al governatore Oliverio e al segretario Magorno, presenti molti degli uscenti, compreso il “ritirato” Demetrio Battaglia sempre al fianco del presidente del Consiglio Nicola Irto. Presente anche il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo e il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà.

 

Si attendono sorprese, insomma, e non solo per quel che attiene i paracadutati. Dopo il rischio Boschi, adesso l’ultimo nome della lista è quello dell’ex ministro Madia. Stando alle parole di Guerini, inoltre, le sorprese potrebbero riguardare anche eventuali new entry che possano attrarre consenso nei vari collegi. E in questa direzione si segnala la possibilità su Reggio del coinvolgimento di uomini dell’amministrazione Falcomatà, come i suoi vice Armando Neri e Riccardo Mauro che sono a Roma con il sindaco.
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Oltre alla presenza di Censore al collegio di Vibo, di Aiello a Corigliano, di Mimmetto Battaglia a Reggio e di Magorno e Covello nel proporzionale per la Camera, il resto è tutto da definire. Non possono dormire sonni tranquilli neanche Enza Bruno Bossio e Angela Marcianò. Né altri uscenti come Nicodemo Oliverio o Dorina Bianchi.

Il governatore Oliverio aspetta nervoso di capire quale sarà il suo ruolo futuro nel partito. E una volta capito metterà mano al rimpasto di giunta, subito la presentazione delle liste, per poi scegliere la strategia futura in vista della campagna elettorale e del futuro congresso regionale.