Nel nome della tutela dell’ambiente è nata una sinergia tra “Fuori i veleni” e la politica locale. Dopo anni di inerzia sul tema il civismo ha rilanciato iniziative bipartisan. Il campo largo potrebbe ripartire da qui
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Non sappiamo quale sarà l’esito della nuova conferenza dei servizi che è stata convocata dal Mase sulla bonifica dell’ex zona industriale di Crotone. Al netto degli aspetti tecnici, però, c’è un dato politico che sta emergendo da questa vicenda e che forse può rappresentare un modello per tutta la Calabria.
Stiamo parlando della sinergia che si è creata fra il comitato civico “Fuori i veleni da Crotone” e la politica locale. Il comitato è nato dalla volontà di un gruppo di cittadini preoccupati per l’inerzia con cui si sta procedendo alla bonifica e soprattutto della paventata modifica della Conferenza dei servizi firmata nel 2019 che imponeva ad Eni di portare i rifiuti residui della bonifica fuori dal territorio regionale. Oggi Eni dice che non ci sono siti disponibili ad accogliere questo tipo di rifiuti e che, per accelerare sulla bonifica, bisognerebbe smaltirli nella discarica di Columbra a Crotone, territorio già martoriato sotto il punto di vista ambientale.
L’appello | Crotone, il comitato Fuori i veleni scrive ai parlamentari calabresi: «Da Eni omessa bonifica, attivatevi a tutela della nostra salute»
Il comitato si è subito caratterizzato per una connotazione inclusiva. Hanno infatti aderito esponenti di Italia Viva come l’ex sindaco Ugo Pugliese, consiglieri comunali di FdI e anche del Pd.
Dopo anni in cui la politica a Crotone sembrava essersi addormentata su un tema così delicato, il comitato ha fatto da sasso nello stagno. Così mentre il comitato scriveva una lettera aperta a tutta la deputazione calabrese, il Pd locale ha inviato una diffida ad Eni e ministero dell’Ambiente. Nell’atto, sottoscritto anche dal segretario cittadino di Italia Viva, Mario Galea, e di Filippo Sestito, presidente cittadino dell'Arci, si diffidano Eni e Ministero che in caso di revoca dell'esito della conferenza dei servizi del 2019, i responsabili si assumeranno «direttamente e personalmente la responsabilità giuridica e penale di continuare a ledere irrimediabilmente il territorio della città di Crotone e la salute dei cittadini e della comunità e la vocazione turistica della città».
Territorio inquinato | Bonifica di Crotone, diffida a Eni e ministero dell’Ambiente per il mancato smaltimento dei rifiuti fuori regione
Non solo, ma alla lettera del comitato ha dato immediato riscontro il senatore di FdI, Ernesto Rapani che si è dichiarato pronto a organizzare una mobilitazione al fianco dei movimentisti nel caso in cui le istituzioni dovessero accettare la richiesta di modifica presentata da Eni Rewind.
Insomma dopo anni di silenzio, che qualcuno ha maliziosamente interpretato anche come ipotetici accordi sotto banco, qualcosa si muove grazie al comitato civico che con il suo attivismo ha quasi imposto ai partiti di prendere posizione per non rimanere tagliati fuori da una vicenda così importante.
D’altronde non è un mistero la distanza fra la gente e i partiti come strumenti di elaborazione culturale e progettuale e, soprattutto, come veicoli di partecipazione politica attiva e militante. Ormai nei partiti personali e del capo è difficile respirare una vera democrazia. Di norma, come tutti sanno, prevalgono altri elementi: la fedeltà al leader e un gregariato diffuso, accompagnati da una scarsa – se non nulla – elaborazione politica e progettuale.
Il civismo allora come vero strumento di partecipazione e condizionamento dell’agenda politica. Soprattutto se si tratta di civismo vero e non di una semplice formuletta risolutiva della crisi di idee, di contenuti, di senso dei partiti tradizionali.
Da Crotone allora arriva una sorta di insegnamento o di invito alla partecipazione per risolvere i problemi che stanno a cuore i territori. Il centrosinistra vaneggia a giorni alterni di campo largo ma è questa sintonia sentimentale che dovrebbe riuscire a ritrovare.