Sembrano lontani i tempi in cui Matteo Salvini baciava, con sguardo mistico, il crocifisso. Oggi Lega e Chiesa cattolica, almeno nel suo organo maggiormente rappresentativo ovvero la Cei, sembrano distanti anni luce. Non solo per la bocciatura da parte dei vescovi della riforma sull’autonomia differenziata. L’ultimo terreno di scontro sono i migranti dopo che i giornali di centrodestra, Libero su tutti, ha “denunciato” la presenza nel mar Mediterraneo di una nave della Cei che farebbe avanti e dietro nel canale di Sicilia per recuperare i migranti. L’altro giorno Libero ha scritto che ne ha recuperati 182 e 117 sono stati fatti sbarcare a Lampedusa. In un altro titolo Daniele Capezzone si augurava che i migranti venissero portati in Vaticano. In mezzo le dichiarazioni del vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta che mostrava perplessità sull’iniziativa.

Oggi sulla vicenda interviene il deputato della Lega Rossano Sasso, plenipotenziario di Salvini in Calabria, la persona alla quale il Capitano ha affidato le chiavi del partito regionale. «La notizia apparsa oggi sui quotidiani secondo la quale alcune missioni delle Ong, vicine ad ambienti dei centri sociali, sarebbero state finanziate anche con risorse provenienti dalle offerte dei fedeli - dice il deputato pugliese - pone degli interrogativi sull'atteggiamento della Cei. E se anche solo uno dei fedeli disapprovasse la destinazione finale della propria offerta, se è vero, come è vero, che in questo modo si incentiverebbero le partenze sui barconi dei trafficanti di esseri umani e, di conseguenza, le morti in mare? Che dire, poi, del fatto che, mentre alcuni vescovi italiani vorrebbero incentivare le partenze, gran parte dei vescovi africani vorrebbero invece diminuirle e, con esse, anche il numero dei morti in mare? Gli immigrati che fuggono da una guerra vanno accolti e integrati: incentivare l'immigrazione clandestina, sbarchi e morti in mare, finanziando personaggi dei centri sociali è un atteggiamento che molti cattolici non condividono».

Ma Sasso non è isolato in queste sue affermazioni. La Lega, per voce di diversi parlamentari, punta il dito contro la Cei. «La Cei dovrebbe essere chiara con i fedeli e dire loro quanti migranti intende ospitare in Vaticano. Le critiche costruttive sono sempre apprezzate, quindi siamo certi che i vescovi sapranno proporre soluzioni concrete. Non vogliamo credere che la Conferenza Episcopale Italiana possa essere influenzata in alcun modo dalla politica», dice il deputato della Lega Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari Costituzionali.

Sulla vicenda interviene un’altra leghista calabrese, la senatrice reggina Tilde Minasi. «Dalla Cei arriva l'appello all'accoglienza - dice la senatrice -. Dietro a questo monito deve esserci necessariamente un piano per governare l'immigrazione, sul quale i vescovi sicuramente ci informeranno. Sarebbe il caso, per esempio, di sapere quanti migranti vorrebbero accogliere in Vaticano e se intendono investire i soldi dell'8 per mille. Numeri insomma, piuttosto che parole, per evitare di essere fraintesi».

Insomma una versione riveduta e corretta di aiutateli a casa loro. Qualcosa del tipo portateveli a casa vostra. È chiaro che c’è stato un ordine di scuderia di polemizzare con i vescovi visto che è intervenuto sul tema anche il vicepresidente dei senatori leghisti Nino Germanà. Con quali esiti politici lo vedremo. La curiosità è che questo attacco alla Cei sul doppio fronte autonomia e migranti avviene nello stesso periodo in cui Forza Italia sta compiendo il percorso opposto. Antonio Tajani ancora non bacia il crocifisso in pubblico, ma va alle celebrazioni dell’Agesci, si mostra perplesso sull’autonomia, cerca di conquistare lo spazio che oggi Salvini, non si sa in base a quale calcolo politico, sta rifiutando.