VIDEO | La nuova stagione della trasmissione di Antonella Grippo ha debuttato su LaC Tv con un parterre d’eccezione. Tajani: «Gli estremisti non vogliono il dialogo». De Magistris: «Quello che sta accadendo va oltre il diritto a difendersi». Boccia: «Hamas non è il popolo palestinese»
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I pixel in fiamme della grafica si confondono con quelle delle immagini che giungono dalla Striscia di Gaza, che brucia sul grande ledwall centrale degli studi di LaC Tv. «Lo dico subito, in questa trasmissione non ci lasceremo irretire e sedurre da quella mistica secondo la quale tutto il bene e le tutte virtù abiterebbero in Israele e tutto il male in Palestina. La divisione netta tra mostri e anime candide non ci ha mai convinto».
È stato questo l’incipit della prima puntata (è possibile rivederla su LaC Play) della nuova stagione di Perfidia, la trasmissione curata e condotta da Antonella Grippo, da un titolo come sempre evocativo: Erba di Gaza mia. Tanti gli ospiti, a cominciare dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. In studio con la conduttrice il deputato della Lega Domenico Furgiuele e quello del Movimento 5 stelle, Riccardo Tucci. In collegamento, l'ex sindaco di Napoli e esponente di Unione Popolare Luigi de Magistris, il condirettore di Libero Pietro Senaldi, il leader del Movimento per l’Italia, Gianni Alemanno e il senatore del Pd Francesco Boccia. Infine, il contributo video di Maurizio Gasparri (Forza Italia), che ha inaugurato una nuova rubrica: Le perfidie di Perfidia.
Prima di entrare nel vivo della discussione, però, Grippo ha voluto ricordare il giornalista di LaC Pietro Bellantoni, recentemente scomparso. Un ricordo emozionato ed emozionante per un collega che nel corso degli ultimi anni ha portato la sua grande professionalità anche nello studio di Perfidia, grazie alle sue argute e brillanti analisi sulla politica nazionale e regionale.
Ad aprire il giro di opinioni sul tema della puntata è stato de Magistris, che ha fatto leva sulle sue competenze da giurista, ricordando le varie risoluzioni delle Nazioni Unite che da tempo qualificano come illegittima l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele: «Conosco bene quelle terre. Ho anche il passaporto palestinese per la cittadinanza onoraria che mi fu conferita quando ero sindaco di Napoli», ha detto de Magistris. «L’80 per cento degli israeliani – ha proseguito - non vuole l’occupazione di terra, ma Netanyahu fomenta la vendetta di Israele e l’Occidente giustifica la legge del Taglione. Ma una cosa è il diritto a difendersi, un’altra è radere al suolo Gaza».
L’intervista di Antonella Grippo a Tajani ha poi spostato i riflettori sul Governo. Alla domanda se il «movente» dell’attacco di Hamas sia stata l’interlocuzione di Israele con alcuni paesi arabi, il ministro degli Esteri ha riconosciuto la fondatezza della tesi, aggiungendo che «agli estremisti non piace il dialogo e vogliono una continua situazione di conflitto». Tajani ha poi rivendicato il ruolo di Forza Italia nel garantire l’approccio atlantista del centrodestra.
Dal canto suo, Furgiuele ha messo l’accento sulla debolezza sia del governo israeliano, con Netanyahu che prima della guerra viveva un momento di grandissima difficoltà politica interna, sia dell’Autorità palestinese, con Abu Mazen che ormai da tempo non riesce a incidere nelle dinamiche locali.
«La Lega - lo ha però pungolato Tucci – ha sempre sostenuto di stare con Israele senza se e senza ma. I Cinquestelle, invece, rifiutano questa logica da tifoseria per cui o stai con l’uno o con l’altro. Quello che succede laggiù è qualcosa di molto più serio che va affrontato in maniera diversa dal farsi dettare semplicemente la linea dagli Usa».
Di «mattanza di Hamas» ha parlato invece Senaldi, che ha sottolineato come l’obiettivo fosse proprio quello di scatenare una reazione violenta di Israele, per compromettere così l’avvicinamento dello Stato della Stella di Davide con l’Arabia Saudita.
A illustrare la posizione del Pd è stato il senatore Francesco Boccia: «Il Partito democratico l’ha detto più volte, Hamas non è il popolo palestinese. Abbiamo chiesto con forza che tutta la comunità internazionale si stringesse con intorno al popolo israeliano e a quello palestinese. C’è troppa ipocrisia nella comunità internazionale, anche per favorire interessi che nulla hanno a che fare con la pace. Ed è incredibile pensare che la Terra Santa, sacra per le tre grandi religioni monoteiste, sia la terra più insanguinata del mondo».
«Gorgia Meloni sta trasformando il suo partito in una copia di quello dei conservatori americani», è invece il giudizio tranciante di Gianni Alemanno, che in collegamento ha rimarcato le differenze del suo neonato Movimento per l’Italia dalla destra di governo, definita non solo «filo americana ma anche filo europea, nonostante i danni che la Ue sta facendo». Inevitabilmente il baricentro del dibattito si è così spostato sulla politica nazionale, con de Magistris che ha stigmatizzato la distanza dei maggiori partiti dal Paese reale.
Lo scontro si è quindi trasferito in studio, con Tucci e Furgiuele che si sono rintuzzati sul giudizio nei confronti dell’azione di governo, con il rappresentante del M5s che ha rimproverato a Palazzo Chigi di aver elaborato una manovra economica «fatta soltanto di nuove tasse e priva di interventi strutturali», e l’esponente della Lega che invece ha rivendicato la rottura con il passato e con politiche come quelle che hanno ispirato il superbonus, che «hanno indebitato il Paese».
È stata quindi la volta di Maurizio Gasparri, chiamato da Grippo a confezionare due “perfidie”, una per la Lega e l’altra per Fratelli d’Italia. Un gioco al quale il senatore di Forza Italia non si è sottratto: «Non bisogna mai montarsi troppo la testa e ostentare i propri numeri, perché poi i numeri cambiano. Un po’ come la differenza tra i fuochi di artificio e un impianto elettrico. I fuochi d’artificio sono belli ma finiscono presto. Noi siamo un po’ come l’energia elettricità, magari non è così attrattiva come dei fuochi d’artificio, ma è vitale e continuativa».
Affermazioni che hanno servito su un piatto d’argento a de Magistris la battuta finale: «Speriamo che non siano di quelli impianti elettrici che poi saltano e ti fanno restare al buio».
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