La famiglia del presidente del Consiglio regionale diffonde una lettera aperta con la quale stigmatizza le parole del sindaco di Catanzaro: «Oggi parla di comportamenti che lo hanno messo in difficoltà. Dica quali sono»
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«Tutti sanno che il confronto tra lui e mio padre è stato, sempre su sua iniziativa, praticamente quotidiano fino al giorno prima dell'arresto…». È uno dei passaggi cruciali della lettera aperta scritta da Rita Tallini, figlia del presidente del Consiglio regionale agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno e voto di scambio, nell’ambito dell’inchiesta Farmabusiness.
La missiva arriva dopo le dichiarazioni del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo che ieri in un servizio giornalistico del Tg3 aveva rimarcato la sua distanza da Domenico Tallini, dicendosi alieno a un certo «tipo di comportamenti». «Comportamenti – aveva aggiunto - che, per come ho amministrato in questi anni, mi hanno creato anche dei problemi a livello personale».
Ora a replicare è direttamente la famiglia del presidente dell’Assemblea regionale.
«In questo momento di estrema sofferenza, in cui mio padre è accusato di reati infamanti – si legge nella lettera aperta -, non siamo animati da sentimenti di rancore, ma confidiamo nella Giustizia e nella Fede, sicuri che uscirà a testa alta da questa vicenda, non appena potrà difendersi. A farci molto male sono però le dichiarazioni del sindaco Abramo in merito ai rapporti politici con mio padre. Le dichiarazioni di Abramo sembrano mirare a dimostrare un difficile rapporto o, peggio, una presa di distanza dai cosiddetti "comportamenti" di mio padre. Come può affermare una cosa del genere quando tutti sanno che il confronto tra lui e mio padre è stato, sempre su sua iniziativa, praticamente quotidiano fino al giorno prima dell'arresto? Come può affermare una cosa del genere quando è stato lui a dolersi con mio padre di non essere stato inserito in un comunicato stampa quale potenziale candidato alla presidenza della Regione in quota Forza Italia?».
E ancora: «Oggi si riscopre "leghista" e "giustizialista", dimenticando che per 20 anni ha gestito tutto quello che c'era da gestire al Comune in maniera diretta e solitaria (appalti, nomine, assunzioni). Se ha coraggio, dica quali sono stati i "comportamenti" di mio padre che lo hanno messo in difficoltà. Troppo facile prendere le distanze da una persona che non è nelle condizioni di difendersi. Prende le distanze da chi, politicamente, lo ha sostenuto in modo determinante per tutte le sue elezioni. Ci risparmi il sindaco Abramo le sue solidarietà di facciata. Noi, come famiglia, non le vogliamo. Affrontiamo questa bufera con dolore indicibile, sicurissimi però che alla fine ne usciremo con onore e a testa alta».