Nella stanza principale di Palazzo di Vetro, nel cuore di Catanzaro, da qualche mese si è insediato Mario Amedeo Mormile, presidente dell’amministrazione provinciale.

Vinti i principali competitor ovvero il sindaco del capoluogo di regione, Nicola Fiorita e quello di un’altra grande città calabrese, Mascaro di Lamezia Terme, il sindaco della piccolissima Soveria Simeri ha iniziato un lavoro affatto semplice. Lo abbiamo sentito sul futuro delle Province.

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A Roma si preme per un ritorno all’antico ed una radicale riforma della legge Delrio che 9 anni fa ha ridimensionato gli enti intermedi. A prescindere dalle posizioni del suo partito lei personalmente cosa ne pensa?
«Nel mio caso le posizioni personali ricalcano perfettamente quelle del mio partito: la Lega ha sempre fatto una bandiera della rappresentatività dei territori. Mi auguro che questo governo al più presto colmi questo vuoto creato da quella pseudo-riforma Delrio, un ‘mostro’ legislativo. La provincia deve fare rete con i comuni che hanno bisogno di una interlocuzione diretta e forte».

La situazione particolarmente delicata della provincia di Catanzaro, dove in vari momenti gli stipendi dei dipendenti stessi sono stati in forse, è stata consolidata o ci sono ancora timori di default?
«La condizione estremamente delicata della provincia di Catanzaro è proprio frutto di quella degenerazione. Le uniche entrate che quella legge garantisce (Rca, immatricolazione) sono minime rispetto alle risorse necessarie. I trasferimenti del Governo non sono puntuali. Il disagio e la sfiducia sono stati letali. Da qualche mese la situazione è ‘sterilizzata’ anche se il problema rimane dietro l’angolo. Non aspettiamo la manna dal cielo ma facciamo tutto per assicurare un percorso lineare. Abbiamo un ente con un grandissimo patrimonio immobiliare e culturale da valorizzare anche in termini di bilancio. Maggioranza ed opposizione siamo compatti in questo percorso»

Quali sono i progetti di maggiore interesse in cui siete impegnati e quali quelli che vorreste attivare o portare a termine nell’anno appena iniziato?
«Primo obiettivo è ridare un’immagine positiva dell’Ente. Riorganizzazione interna: abbiamo molte professionalità ma l’organico è ridotto, 130 dipendenti, alcuni dislocati male.  La rete viaria è fondamentale sotto ogni profilo. Oltre 3000 chilometri da mantenere, con un quinto di risorse rispetto all’anas. Non arretriamo ma pensiamo a fronteggiare la situazione. Tanti gli altri progetti: uno per tutti Crisea (Azienda Condoleo) con università e laboratori, potrebbe essere valore di sviluppo strategico. L’edilizia scolastica è un’altra priorità, cerchiamo di essere vicini ai dirigenti scolastici. Senza dimenticare il patrimonio culturale, artistico e ambientale su cui puntiamo nonostante le difficoltà».

Prima della riforma Delrio ogni provincia era il punto di riferimento ineludibile per quanto riguardava manutenzioni stradali e strutturali, come scuole ed edifici pubblici. A quanto ammonta la somma che servirebbe alla provincia di Catanzaro in ogni bilancio per questi obiettivi? Si rinuncia banalmente ai lavori o si attendono le donazioni di Stato e Regioni?
«Il deficit strutturale si aggira sugli 11 milioni all’anno. Chiudere il bilancio in pareggio sarebbe il primo obiettivo da raggiungere. Ma non rinunciamo a nulla. A costo di mandare avanti i lavori uno alla volta. Inevitabilmente distraendo le risorse da una destinazione all’altra. Poi le cose si stratificano. E si creano i danni a catena con le ditte che tardano ad essere liquidate e ripercussioni sociali per stipendi non distribuiti. Ma siamo propositivi cercando di essere efficaci nel mandato avuto».