Il referendum per Renzi sarà la madre di tutte le battaglie. Il presidente del Consiglio in più occasioni ha ribadito di voler giocare tutto il suo futuro politico nella battaglia referendaria, pronto a rinunciare alla politica in caso di sconfitta. Il premier non si testerà sulle amministrative, dove si annunciano risultati disastrosi, ma attenderà l'autunno e il referendum sulle riforme istituzionali. Sul terreno che gli è più congeniale, quello nazionale, con temi 'grillini': via il Senato (che invece resta, con una composizione diversa), via i politici, via gli sprechi. Una partita dall'esito scontato, sembrerebbe. Ma la sfida è tanto decisiva per il 'renzismo' che da Roma giungono ai territori pressioni per avviare una mobilitazione in favore del si. Mobilitazione che deve essere guidata dai principali leader del Pd. Ci si gioca la candidatura nel listino bloccato della nuova legge elettorale (ma si può solo sussurrare dato che non è molto popolare).



Così è scattata la corsa al comitato. Che viene annunciato ancor prima di essere costituito. Lo stiamo osservando negli ultimi giorni in Calabria. Tutti di corsa a costituire comitati per il si al referendum. Tutti decisi ad attirare l'attenzione del leader, mostrando un attivismo che su altri temi, forse più decisivi per lo sviluppio sociale ed economico della Calabria, non si è mai visto.



Mimmo Bevacqua nel Cosentino comunica alla stampa la nascita del primo comitato referendario. Comunicato simile arriva oggi dal Reggino, dove ad attivarsi è il consigliere regionale Mimmo Battaglia, che annuncia la nascita del primo comitato referendario (il primo del Reggino?). Nel tardo pomeriggio infine arriva il comunicato del duo Mirabello-Censore, come sempre abituati a camminare in coppia: annuncia la costituzione del comitato per il si al referendum nell'area centrale della Calabria, che comprende Vibo Valentia, Crotone e Catanzaro. Il duo conferma così le "mire espansionistiche" e cerca di bruciare in velocità altri renzianissimi dell'area centrale, già da tempo accreditati ai più alti livelli.



A bruciare tutti questi piddini spaventati è stato però uno che ha già dimostrato di avere un fiuto politico imbattibile. Parliamo dell'onorevole Giuseppe Galati, ex Forza Italia oggi nell'Ala di Verdini, una delle stampelle della traballante maggioranza al Senato di Renzi. Ala scende in campo al fianco di Renzi per la sfida decisiva, e accanto a loro presto nasceranno i comitati di Ncd, e di altri satelliti governativi. Compagni di viaggio per il 'referendum' che vorrebbero diventare 'compagni'.