Dopo un periodo di inattività il movimento fondato in Calabria dal capogruppo in Consiglio regionale ha organizzato a Rende un dibattito dedicato all'Autonomia differenziata
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Domani pomeriggio alle 18 ZonaDem, il movimento fondato in Calabria da Mimmo Bevacqua tornerà operativo. A Rende è in programma un incontro sul ddl Calderoli al quale, oltre al capogruppo del Pd in Regione, parteciperanno anche il governatore Roberto Occhiuto, il costituzionalista Silvio Gambino e don Giacomo Panizza della Comunità Progetto Sud. Franca Sposato, coordinatrice per la provincia di Cosenza insieme a Fabrizio Grillo, spiega i motivi che hanno portato la sua area di riferimento a riprendere le attività con una serie di eventi già calendarizzati.
Sposato, come si colloca ZonaDem all’interno del variegato mondo del Partito Democratico?
«Siamo un movimento, culturale oltre che politico, rivolto anche a chi non è interessato a sottoscrivere la tessera del Pd o a partecipare alla vita attiva del partito. Tra di noi c’è tanta gente che vuole sfruttare la possibilità di discutere dei temi messi in campo come faremo domani con l’Autonomia differenziata. A stretto giro, però, parleremo di Sanità, Forestazione e molto altro».
Lei è coordinatrice provinciale di un territorio vasto e in balìa, da anni, alle correnti interne. Anche ZonaDem lo è, anzi forse è la più strutturata. I militanti, anche a livello nazionale, dicono che le sotto-aree siano un (se non “il”) problema del Pd. Cosa risponde?
«Sicuramente esistono correnti che fanno capo a diversi esponenti politici nazionali e regionali: inutile negarlo. ZonaDem, però, non si pone come un movimento finalizzato a crearsi una nicchia all’interno del partito. Noi teniamo conto del partito in tutta la sua unità e ribadiamo sempre, a scanso di equivoci, quanto sia importante la compattezza. Movimenti come il nostro, tuttavia, servono per lavorare sui territori laddove non bastano i circoli».
I notabili del Pd in Calabria hanno puntato sul cavallo sbagliato al congresso. Perché i temi con cui ha vinto Schlein non fanno breccia dal Pollino allo Stretto?
«Inevitabilmente il gruppo dirigente ha deciso di convergere su Bonaccini».
Perché dice “inevitabilmente”?
«Perché pensavamo che alcune idee di Schlein portate avanti prima del congresso fossero troppo radicali. Al contrario, ritenevamo che con Bonaccini si potesse lavorare al campo largo guardando anche al mondo di centro. Resto convinta che è la strada da seguire per garantire al Pd percentuali importanti, ma pieno sostegno e appoggio alla nuova segretaria che rappresenta tutti noi».
Eppure, dopo anni, un segretario del Pd è stato acclamato in piazza a Milano durante le ricorrenze per il 25 aprile. Al centro-nord, è evidente, esiste una percezione differente dei democrat rispetto al centro-sud.
«É qualcosa che merita attenzione ed è sotto gli occhi di tutti. Se da un lato con Schlein si sono schierati molti big che operano al nord, dall’altro da Roma in su c’è maggiore sensibilità su alcune tematiche. Ad esempio, il tema fresco della Liberazione è naturale che tocchi maggiormente i luoghi dove i partigiani hanno sconfitto i nazifascisti piuttosto che la Calabria».
Domani coordinerà un dibattito sul ddl Calderoli. Il confronto principale sarà tra il Governatore Occhiuto e il capogruppo del Pd Bevacqua, fondatore di ZonaDem. Come credete di poter smuovere il presidente dalle sue posizioni?
«Sarà un dibattito vero, ci tengo molto a questo aspetto. Essendo vero, non potevamo non ascoltare la voce di chi ritiene che nel ddl ci sia qualcosa di positivo per il sud e la nostra regione. Il dibattito non si pone in maniera preventiva, ma vuole capire meglio le ragioni che hanno animato Occhiuto nel dare parere favorevole durante la conferenza Stato-Regioni. Inoltre, lo posso anticipare, gli chiederemo cosa farà qualora i paletti su spesa storica e Lep non dovessero essere posti».