Impettiti, ardimentosi, pimpanti e – forse – anche un po’ incazzati per come si è evoluto l’affaire politico al governo della nazione. Così partirà oggi l’ultimo drappello calabrese di leghisti alla volta di Pontida, nell’alta bergamasca, dove parteciperanno alla Festa dei Popoli del 2019.

I conterranei in “camicia verde” lo giurano: saranno molti di più rispetto allo scorso anno (poco più di un centinaio) e sicuramente meno di quelli che andranno il prossimo anno. Già perché il movimento di Salvini, che avuto la capacità di sdoganare al sud un orgoglio che fino a qualche anno fa era solo ristretto nei confini della Padania e che, addirittura, faceva dei meridionali italiani il suo bersaglio prediletto.

Oggi le cose sono cambiate, e l’antimeridionalismo si è trasformato in sovranismo ed il “nemico giurato” degli ex padani resta sempre il Sud, ma quello del Mondo… Anche Checco Zalone, presto, dovrà rivedere la scena di “Cado dalle Nubi” e del sacrilegio compiuto alla cerimonia dell’ampolla dell’acqua del Po. Altri tempi, insomma.

Lega punto di riferimento per la destra della Sibaritide

Ironia a parte, la Lega anche in Calabria è diventata un punto di riferimento politico imprescindibile, per molti attivisti/militanti che un tempo trovavano sicuro rifugio nella fiamma tricolore del Movimento Sociale Italiano (prima che Gianfranco Fini la spegnesse con l’acqua di Fiuggi). Oggi, almeno alle latitudini della Sibaritide, il grosso della destra sociale si trova nella battaglia politica di fianco a Salvini, nello stesso fronte del Capitano. E questo perché il capo di quella che un tempo era la Lega Nord, e che presto – questo vogliono i rumors – diventerà Lega per l’Italia a completamento di un percorso di mutazione di sicura crescita, ha saputo incarnare parte (non tutti ovviamente) dei valori sociali che un tempo erano di Msi e An e ha saputo far leva sul quel bisogno di patriottismo che serviva e che forse un po’ mancava al nostro Paese.

Corigliano-Rossano – Pontida: 2500km di passione

Ecco perché vale la pena, anche per un calabrese (abitante di una terra dove gli aeroporti stanno diventando quasi un ricordo), sobbarcarsi 2500 km di strade e autostrade per raggiungere il cuore del Nord e partecipare ad una festa che alla fine durerà solo un giorno. Duemilacinquecento kilometri, oltre 24 ore di viaggio e di militanza pura, di fede e devozione, solo per vedere, ascoltare e magari abbracciare (con tanto di selfie) il leader maximo Salvini.

Niente soppressate e salsiccia. Al seguito solo voce e speranza

Quest’anno non ci saranno salsicce e soppressate al seguito, né vino, né nduja tantomeno ricotta. I “corissanesi” leghisti porteranno con loro solo cuore e passione. Ad accompagnarli, nel lungo viaggio verso Pontida, anche il veterano Tonino Casimiro, rossanese doc e che in quanto a Lega ci ha visto lungo assai. Dato che lui la tessera firmata da Bossi con impresso il Carroccio ed il condottiero lombardo Alberto da Giussano se la porta costantemente in tasca dal lontano 2002.

Leghisti corissanesi allegri. In Calabria un po’ meno

Insomma, nella Calabria del nord est c’è tanto entusiasmo attorno alla Lega e attorno al suo leader, contrariamente a quanto accade nel resto della Calabria dove un po’ di borbottii e malumori nei confronti della direzione ci sono e si registrano da tempo. E a quanto pare proprio all’interno dei leghisti calabri sembra vigere un’equazione strana, inversamente proporzionale, sulla felicità e sullo star bene dei circoli territoriali. Già perché se nel quartier generale leghista di Lamezia Terme, guidato dal deputato Furgiuele, i rapporti con via Bellerio non sarebbero idilliaci; a Corigliano-Rossano, invece, sarebbe ritornato il sole.  

A Pontida Salvini potrebbe dare indicazioni sulle regionali

Dicevamo, da quest’area della Calabria vettovaglie zero. Già, perché da queste parti sperano di ritornare con il cofano pieno di qualche buona prospettiva politica. Il clima in Calabria – dicevamo - è infuocato, più di quanto possa infuocarlo un bel cespo di peperoncini. Le regionali sono alle porte e la speranza dei leghisti corissanesi e dei calabresi, in generale, sarà quello di arrivarci con un centro destra unito e magari guidato da un leghista, benedetto dalla sacra ampolla del Po (speriamo non quella di Zalone).

 

 

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