VIDEO | Duemila firme raccolte in Calabria e quasi 500 in riva allo Stretto per una proposta che avvicina sindacati e centrosinistra: «Anche sull'autonomia differenziata dobbiamo fare una lotta senza tregua»
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Duemila firme in poche settimane raccolte in Calabria dal Movimento 5 Stelle per il salario minimo. Due giorni di dibattiti pubblici per discutere con cittadini, attivisti, sindacati e altre forze politiche, della proposta di legge sul salario minimo a prima firma di Giuseppe Conte. Venerdì a Lamezia oggi, l’ex presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, ospite a Reggio Calabria al Museo del Bergamotto Per il Movimento, il salario minimo come il dimensionamento scolastico o l'autonomia differenziata, sono temi sui quali si deve far leva con più attori sociali e politici.
Salario minimo | Roberto Fico a Lamezia: «La nostra proposta di legge contro l’inerzia del governo Meloni»
Fanno riflettere i dati enunciati da Laura Orrico che ha moderato l'incontro reggino: «Il numero dei poveri è salito a 5, 6milioni, di cui 3 milioni sono lavoratori precari; il 4.2% sono rapporti a termine. Il decreto lavoro del governo ha prodotto l'83% di contratti a tempo determinato».
In questo contesto in Calabria, nelle passate settimane, il M5S si è mosso al lavoro, grazie al lavoro dei coordinatori provinciali e degli attivisti, raccogliendo firme a sostegno di una proposta di legge per l'introduzione di una misura «nata per contrastare il lavoro povero e per questo avversata dal governo Meloni che ne ha bloccato la discussione in Parlamento – aggiunge Orrico – proprio in questi giorni i consiglieri regionali del M5S stanno depositando in tutta Italia, compresa la Calabria, una mozione per il salario minimo che chiede di sostenerlo in Conferenza Stato-Regioni e in tutte le altre sedi opportune».
Il coordinatore provinciale Reggio Calabria, Giuseppe Fabio Auddino parla di salario minimo come di scelta di civiltà: «I paesi europei hanno già chiarito da che parte stare. Dobbiamo essere coesi a difendere i lavoratori inoccupati, ma dobbiamo essere fermi a difendere chi lavora. La soglia di 9 euro non confligge con la contrattazione collettiva anzi. Siamo dalla parte giusta perché difendiamo i lavoratori non sempre difesi in questi anni».
La lotta per la sanità pubblica
Per il segretario del Pd Nicola Irto, quella del Movimento è «una battaglia che si unisce a quella del Partito democratico. Speriamo di trovare altri terreni di lotta, come uno quello sulla sanità pubblica. In queste settimane stiamo vivendo il momento più basso della storia, un “libera tutti” di Occhiuto che determina uno stato di emergenza sulla sanità calabrese. Se il centrosinistra si unisce, si riuscirà creare della Calabria un caso nazionale. Sono convinto che troveremo il terreno comune, come facciamo col mondo dei sindacati e Sinistra Italiana».
«Sotto i 9 euro si muore di fame»
Fico si ritiene «molto soddisfatto del lavoro che si sta facendo in Calabria, delle firme raccolte e credo che questa sia una legge che richiede proprio la nostra costituzione una legge sul salario minimo. Sotto i 9 euro l'ora lordi si muore di fame, significa sfruttamento, è un lavoro povero che non possiamo permettere nostro Paese, se vogliamo dire che siamo un paese civile e democratico».
L'unione delle Sinistre
Un percorso avversato in Parlamento, ma portato avanti - precisa Fico - «da tutte le opposizioni tranne Italia viva. Ora c'è una sospensiva di 6 mesi perché il governo non è d'accordo sulla proposta ma noi andiamo avanti perché pensiamo che il salario minimo sia importante e fondamentale per il nostro Paese e nel nostro Paese per i tanti lavoratori che sono circa 3 milioni».
La proposta che si innesta mentre il governo lavora per la finanziaria. «Già dalla prima legge di bilancio – aggiunge l'ex presidente della Camera - abbiamo visto che il governo Meloni colpisce i più poveri, tagliando il reddito di cittadinanza, siamo molto preoccupati perchè ci saranno nuovi tagli che colpiscono le persone più deboli».
Oltre alla proposta sul salario minimo ci sono più ampie alleanza politiche in gioco. «È un terreno su cui ci dobbiamo confrontare perché abbiamo tante tematiche di cui parlare che possono creare un canale, una strada per anche per il futuro. Per esempio, anche col Pd sull'autonomia differenziata dobbiamo fare una lotta senza tregua fino a quando il provvedimento scellerato di Calderoli non verrà ritirato definitivamente».