La domenica politica catanzarese è stata caratterizzata da due distinte prese di posizione. Da un lato Valerio Donato, il candidato sindaco che il 26 giugno 2022 venne sconfitto al ballottaggio dall’attuale primo cittadino Nicola Fiorita, pur sostenuto da una corazzata maggioritaria. Intervistato dal TgR il professore universitario della Magna Grecia ha dichiarato testualmente: «Io sono molto critico sulla modalità con cui è stata amministrata la città in questi ultimi due anni, penso che sia fallimentare. Dunque penso che la soluzione preferibile sarebbe di tornare alle urne. Certo è necessario che la maggioranza del Consiglio sottoscriva un atto di sfiducia nei confronti del sindaco, ma se questo non dovesse realizzarsi non possiamo lasciare tre anni la città in balìa delle onde».

Prima opzione suggerita: raccogliere le 17firme sul totale di 32 necessarie per mandare a casa un’esperienza che, come si è visto, senza giri di parole, Donato giudica fallimentare”. Una sfida chiara al centrodestra, quindi, che se ora dovesse rilanciare dicendo “andiamocene a casa”, potrebbe legittimamente chiedere a Donato e ai suoi di allungare la lista dei “morituri” però pronti a resuscitare con la chiamata alle urne.

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Seconda opzione, dopo che Donato potrà rinfacciare al centrodestra l’eventuale indecisione sullo scioglimento anticipato, un’ipotesi di dialogo con Fiorita tutta da allestire, affrontare e limare, partendo da due anni di scontri dialettici e politici tinteggiati rosso fuoco, nonché da analisi dirimenti e apparentemente inconciliabili.

Nella stessa domenica Nicola Fiorita, anch’egli docente universitario ma all’Unical, posta su Facebook una nota più dolce e dialogante, confermando uno stile politico che ormai appare consolidato e connaturato. Fiorita, che pur ha azzerato la sua Giunta, ovviamente non parla di “fallimento” ma tenta di scaricare la tensione su condizioni sistemiche: «Ringrazio veramente di cuore gli assessori che hanno fatto parte della mia Giunta. Non è per nulla facile amministrare una città complessa come la nostra, soprattutto se si pensa alla diminuzione delle risorse e alla presenza di problematiche ferme da decenni. Hanno lavorato tutti con passione e impegno, senza distinzione, raggiungendo anche buoni risultati nei loro settori. La decisione di azzerare la Giunta mi pesa, anche sotto il profilo personale, ma era assolutamente necessario verificare la sincera volontà di ognuno di proseguire lungo la strada del rinnovamento che, come ci aspettavamo, è davvero accidentata e piena di ostacoli. Quelli che verranno saranno giorni decisivi, i giorni del coraggio li ho definiti. Verificheremo se il sogno di rompere l’assetto di potere che governava la città, impedendone lo sviluppo e la sua crescita, è ancora perseguibile. Io penso di si. E penso anche che la città non possa permettersi il lusso di un commissariamento di quasi un anno, facendo praticamente crollare tutte le cose che sono in campo, dalle opere pubbliche alla programmazione comunitaria. Sono sicuro che prevarrà in tutti il senso della responsabilità e l’amore per la città».

Questa la cronaca fedele di un 8 settembre che per l’Italia nel 1943 significò resa incondizionata e armistizio, ma che per il placido Sud è in genere l’ultimo giorno di ferie estive dopo il quale si attiva la ripresa dei tran-tran quotidiani. L’8 settembre in salsa catanzarese potrebbe avere qualche altra similitudine e casuale punto di riferimento con la memoria storica di un’Italia giunta al collasso: segnerà per la Città dei Tre Colli anche un cambio repentino di fronte così come deciso dal Re e da Badoglio? Si passerà dall’accordo di ferro con Antonello Talerico a quello, forse ancora più stringente e vincolante, con Valerio Donato e qualche indipendente in Consiglio? Se si ascoltano bene le parole di Valerio Donato anche il docente di diritto propone una sorta di “resa incondizionata”, in quanto parla di “fallimento”. Come dire: potrei anche discutere in positivo per il bene del capoluogo, ma parto da un giudizio drastico e pesantissimo.

Nicola Fiorita accetterà questo punto di partenza, ammettendo che due anni di governo da lui guidato sono stati assolutamente inconcludenti se non addirittura dannosi dal punto di vista dell’impegno civico? Al giornalista amante degli studi storici viene subito in mente un’altra domanda. L’Armistizio dell’8 settembre fu solo la giornata del tragico annuncio di un’Italia sconfitta dagli anglo-americani e decisa ad abbandonare Hitler e il fascismo, pero la “firma” venne apposta alcuni giorni prima, il 3 settembre, nei pressi di Cassibile, in Sicilia. C’è stata una Cassibile (metaforica) anche a Catanzaro? Le dichiarazioni domenicali sono state precedute da discussioni o incontri politici a tu per tu? È già stato deciso qualcosa? Oppure il confronto sta avvenendo a distanza ed è ancora agli albori? Capiremo meglio nei prossimi giorni.

Catanzaro si sta dimostrando, in ogni caso, un laboratorio politico anche molto innovativo. I due contendenti al ballottaggio del 2022 che, sia durante la campagna elettorale sia nei primi due anni di legislatura, si sono scontrati sul piano dialettico in modo pesante, con giudizi spesso taglienti e trancianti, oggi forse potrebbero individuare percorsi comuni. Donato però con le sue parole rilasciate al collega Francesco Paravati ha lasciato il cerino della fine anticipata della consiliatura (sancita da dimissioni collettive) in mano al centrodestra. Un centrodestra che ancora non ha manifestato una posizione unitaria né si è presentato all’opinione pubblica con un’iniziativa corale.

Restano tanti quesiti in campo. Fiorita si farà tanto concavo da subire l’analisi durissima di Donato? Donato rischierà di sostenere una seconda fase che potrebbe rivelarsi anch’essa improduttiva e si farebbe quindi coinvolgere in un potenziale disastro politico quando ora ha l’opportunità di dichiarare ai Catanzaresi: «Avevo ragione io»? Perché Donato dovrebbe offrire una seconda opportunità politica a Fiorita, con quali prospettive? Il centrodestra è coeso o no? Starà fermo a guardare o farà pesare anche livelli politici superiori? C’è davvero qualcuno a Catanzaro, che abbia a cuore le sorti della Città, intenzionato ad assistere a possibili dinamiche consiliari non supportate da ragionamenti politici alti e profondi da elaborare in una visione più ampia? Quando scenderanno in campo i leader dei maggiori partiti?