La nomina a coordinatore regionale di Italia Viva di Ernesto Magorno, che succede a Davide Lauria, apre una breccia nel vasto territorio di Cosenza. I segretari provinciali Annamaria Brunetti e Antonio Palermo hanno rassegnato le loro dimissioni subito dopo la decisione presa dai vertici nazionali di affidare le redini del partito calabrese al senatore. Resteranno nel campo riformista del centrosinistra, ma non transiteranno nel Partito democratico. La scelta lascia intendere una diversità di vedute con quelle ormai di dominio pubblico e che viaggiano sempre più verso il polo opposto.

Palermo e Brunetti: «Volevamo un partito riformista»

«Con enorme rammarico e dopo aver doverosamente riflettuto ed ascoltato i tanti nostri compagni di viaggio di Italia Viva in Calabria e nella nostra provincia che in questi anni ci hanno affiancato e supportato nella faticosa opera di ampliamento del partito e degli iscritti, pensiamo sia giunto il momento di interrompere il nostro cammino in questo partito. La nomina del nuovo segretario regionale - evidenziano - è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Abbiamo tanto lavorato, come iscritti prima e come coordinatori provinciali di Cosenza dopo, per costruire sul nostro territorio un partito riformista che avesse un chiaro obiettivo: il coinvolgimento delle migliori energie, giovani e fresche, al fine di valorizzare i tanti talenti calabresi. Abbiamo provato in più occasioni a spiegare i motivi di questo nostro ragionamento politico nell’interesse esclusivo della crescita di Italia Viva nella nostra regione. Una crescita che sarebbe potuta avvenire solo puntando sui temi più urgenti della nostra terra e soprattutto sulle donne e gli uomini che quei temi portano avanti».

Già due precedenti alla base della rottura

Il sindaco di Mendicino Antonio Palermo e Annamaria Brunetti poi puntano il dito direttamente verso la nomina di Magorno. «Nostro malgrado, abbiamo dovuto sopportare in più occasioni l’impossibilità di poter svolgere, come avremmo voluto, ogni confronto assembleare con i nostri iscritti, la mancanza dell’ascolto della base, l’adozione di scelte troppo spesso in contrasto con quanto sostenuto e voluto dalla maggioranza del partito. Le elezioni regionali e le scorse elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale, come raccontano le cronache di stampa, hanno rappresentato i primi elementi di forte frizione». Il riferimento è all’annuncio, fatto nello scorso novembre, della candidatura del primo cittadino di Aprigliano Alessandro Porco alle elezioni Provinciali. Nonostante il sostegno e l’uscita pubblica dei due coordinatori, arrivò lo stop di Lauria che parlò addirittura di mancanza delle basilari regole democratiche. Evidentemente già all’epoca qualcosa si era rotto.

La nomina di Magorno la goccia che ha fatto traboccare il vaso

«La scelta compiuta dal presidente Rosato nelle scorse ore di nominare il senatore Ernesto Magorno quale segretario regionale di Italia Viva – chiudono gli ormai due ex renziani - determina la conclusione del nostro percorso politico in questo partito che al cambiamento e alla promozione di una nuova classe dirigente antepone la conservazione del personale politico di sempre. Lasciamo non solo ogni nostro ruolo dirigenziale nel partito ma anche l’adesione ad esso con la grande amarezza di non aver potuto vincere la sfida del cambiamento che avremmo voluto realizzare insieme a tutto il partito nazionale oltre che regionale e locale nella nostra terra. Auspicavamo che chi riveste ruoli da decenni nelle Istituzioni potesse lasciare spazio a nuove risorse perché è di queste che la Calabria ha urgente bisogno. Ma così non è stato e dunque noi ne traiamo le conseguenze, anteponendo, come in diverse occasioni ci ha dimostrato Matteo Renzi, alle poltrone le nostre idee. Continueremo ad impegnarci per la nostra terra insieme ai tanti calabresi che si riconoscono come noi nella migliore tradizione riformista con la passione politica che da sempre ci anima».