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Congresso regionale del Pd, fase finale della legislatura dopo il rimpasto di giunta e i risultati ottenuti in termini di taglio ai costi della politica e trasparenza dell’amministrazione. Il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto analizza l’attuale fase politica, spiegando per la prima volta, nel dettaglio, quanto avvenuto in ordine ai vitalizi degli ex consiglieri regionali.
Si insedia in questi giorni la Commissione regionale per il congresso del Pd. Che aria tira all’interno del partito? C’è ancora spazio per una candidatura unitaria o si andrà al congresso con le primarie?
«Credo che la fase congressuale che si apre è un momento importante per il futuro del partito. Si è deciso all’unanimità in assemblea e in direzione di dare tempi molto lunghi di discussione fissando il congresso a fine giugno. La discussione partirà dalla clamorosa sconfitta delle politiche del 4 marzo scorso e dovrà servire a capire come il Pd potrà essere protagonista nella fase finale della legislatura regionale. Si dovrà pianificare poi una riorganizzazione complessiva e anche la riconnessione con i tessuti della società. Tutto questo dovrà avvenire a prescindere dalle candidature, una o più di una, e dai nomi. Dobbiamo solo capire come fare ripartire il Pd che resta, comunque, l’unica forza politica organizzata in grado di rappresentare democraticamente il Paese».
Altro appuntamento di rilievo la presentazione di Nuovo Campo, la nuova corrente voluta da Magorno e che ha avuto già diverse adesioni, a partire da quello del presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno. Lei prenderà parte a questa iniziativa?
«Da quello che ne so io non si tratta di una corrente e sarebbe sbagliato se lo fosse. Al Pd non servono altre correnti, ma una discussione franca che possa farci capire quali sono i problemi dei cittadini, delle famiglie e delle nuove generazioni. Quando le iniziative si rappresentano come spazi aperti sono positive. Se così sarà, come credo, ce ne saranno altre di iniziative di questo tipo. E’ importante che il partito riesca a riempire lo spazio fino alle primarie con una discussione di questo tipo, che non sia solo tra noi stessi, ma ci consenta di avviare un dialogo con il mondo dell’impresa, del sindacato, delle associazioni di categoria. Così come è importante che si riesca a mettere in campo fino a fine giugno una discussione tra il Pd e la società calabrese sugli ultimi 20 mesi di legislatura regionale. Il congresso deve rappresentare una spinta positiva e forte sull’azione del governo regionale».
Qualcuno ha descritto Nuovo Campo come un tentativo di ricostruire l’area renziana in Calabria. Lei crede che ci sia questa necessità?
«Credo non ci fosse questa necessità prima del 4 marzo. A maggior ragione non c’è dopo. Le elezioni hanno indicato la rotta della ricostruzione, della discussione, del riannodare i contatti con la società e quella di avere una voce unica. Serve meno litigiosità, i cittadini non vogliono le correnti, vogliono invece capire qual è la leadership, qual è il programma di governo. Le correnti sono superate dal tempo e dallo spazio».
Si è da poco completato il rimpasto di giunta. Crede che le scelte di Oliverio vadano nella direzione giusta? Che si aspetta per l’ultima parte della legislatura?
«Mi aspetto, da presidente del Consiglio regionale, quello che ho avuto modo di dire già durante l’ultima riunione di maggioranza rispetto al voto del 4 marzo e allo stato di salute attuale della Calabria. Dobbiamo mettere in campo delle riforme perché con quel voto i cittadini ci hanno chiesto il cambiamento. Dobbiamo fare in modo che gli ultimi mesi siano connotati da 3 o 4 grandi riforme».
La prima in ordine di importanza?
«Sicuramente la Zes. E’ stata presentata, c’è un decreto approvato, adesso dobbiamo correre per fare in modo che i frutti li riusciamo a raccogliere nel breve periodo. Non servono altre conferenze stampa o altri convegni, ma risultati percepibili dai cittadini. Poi dobbiamo fornire alle Amministrazioni comunali la possibilità di avere aiuti burocratici e contributi professionali per partecipare ai bandi europei e nazionali e di metterli nelle condizioni di spendere le risorse a loro disposizione».
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Nelle ultime settimane la Calabria è stata al centro di una nuova bufera mediatica in seguito all’aumento dei vitalizi. Cosa è successo? La proposta di legge di Giudiceandrea la ritiene utile per rimettere ordine al sistema contributivo?
«In via preliminare occorre chiarire un aspetto: in questa legislatura non ci sono i vitalizi. Gli attuali consiglieri regionali non lo percepiscono. Si parla quindi del passato, sul quale abbiamo fatto una discussione approfondita. Nei prossimi giorni sarà presentata un’importante proposta di legge, anche su spinta del decreto Monti, ricorrendo all’idea del contributo di solidarietà, così come avvenuto in altre Regioni per ridurre i vitalizi. Altra cosa è la legge complessiva di riordino. Giudiceandrea ne ha presentata una in Commissione, ma nei prossimi giorni arriveranno anche altre proposte da parte di altri consiglieri. Si aprirà, quindi, una discussione di merito delle Commissioni competenti con la partecipazione dell’Ufficio legislativo per capire i correttivi da mettere in campo. Auspico, naturalmente, che la discussione di merito avvenga nei tempi più rapidi possibili».
Ma l’odioso aumento dell’1% dei vitalizi degli ex consiglieri regionali per adeguarli all’inflazione era davvero un obbligo di legge? O si sarebbe potuto evitare in qualche modo?
«Intanto mi preme fare una precisazione. Non è vero, come qualcuno ha raccontato che l’aumento è stato fatto con una delibera dell’Ufficio di presidenza o di Consiglio regionale. E’ stato un atto burocratico degli uffici in quanto prescritto dalla legge. Anche sulla possibilità di evitare quell’aumento, si deciderà in Commissione. L’Ufficio legislativo dovrà valutare la costituzionalità di un intervento che vada a modificare quello che qualcuno definisce un diritto acquisito. Oggi voglio fare passare un messaggio: gli attuali consiglieri regionali non percepiranno un vitalizio e nella massima misura in cui si potrà intervenire sul passato, lo si farà. Ma lo si farà nel rispetto della Costituzione, delle regole e delle leggi».
Le buone notizie passano sempre in secondo piano davanti alle negative che fanno sempre più share. Ma negli ultimi giorni sono arrivati nuovi dati in ordine al taglio dei costi della politica e a una novità assoluta in tema di trasparenza della spesa. Di cosa si tratta?
«Siamo la prima regione d’Italia di che ha creato un programma informatico, realizzato a costo zero con le professionalità del Consiglio regionale, per aumentare il controllo sulla spesa. Abbiamo consegnato alla Corte dei Conti calabrese delle password con le quali può collegarsi a un sito e controllare, in tempo reale, le spese dei gruppi del Consiglio regionale, da sempre considerati serbatoi di spreco. La Corte può guardare, in ogni momento, i bilanci di qualunque gruppo, controllare spese, fatture, scontrini e qualunque tipo di movimento di denaro. Il massimo della trasparenza che avremmo potuto mettere in campo e che è un risultato assai positivo, anche in considerazione di una straordinaria diminuzione delle spese. In pochi anni siamo passati da 4,5 milioni all’anno di stanziamento per i gruppi a poco più di un milione, abbassando di oltre 3 volte quanto era il contributo iniziale. A piccoli passi stiamo facendo delle riduzioni che vanno a incidere non solo sulla credibilità della politica, ma fanno in modo che quelle risorse vadano utilizzate per fini più importanti».
Riccardo Tripepi