«Basta coi commissariamenti, basta coi commissari di partito». Nicola Irto è determinato, guarda l’orizzonte del Partito democratico e rilancia la propria candidatura al Consiglio regionale. Lo fa da capolista di un terzetto di donne (Patrizia Liberto, Mimma Pacifici e Caterina Rossi) e di uomini (Mimmetto Battaglia, Antonio Billari e Giovanni Muraca) nella circoscrizione sud. Ma l’ambizione dell’ex vicepresidente dell’ultimo Consiglio regionale, potrebbe non fermarsi alla riconferma.

Alle comunali di settembre 2020, il Pd che sosteneva Giuseppe Falcomatà sindaco, risultò essere il secondo partito in città con il 10,5% e 9658 voti. Nicola Irto alle Regionali di gennaio scorso raccolse 12.568 preferenze risultando anche il più votato in assoluto. Un elettorato stabile, il suo, che ora va difeso e riportato a casa. Soprattutto dopo la vicenda che ha visto proprio Irto protagonista di una scelta del candidato forse eccessivamente complicata per il Pd. Un tira e molla, conclusosi con la rinuncia all’investitura di candidato presidente con l'ormai famosa lettera al segretario Enrico Letta, contribuendo poi, in maniera decisiva, alla scelta di Amalia Bruni

Elezioni Calabria, Irto (Pd): «Non sono stato scavalcato»

Dal palco di Piazza Camagna a Reggio, Irto chiarisce il punto. «In tanti mi chiedono della rinuncia, mi dicono che sono stato scavalcato… no, abbiamo fatto un progetto di un campo largo, ragionando col noi e non con l’Io. Perché un campo Largo? Perché siamo alternativi agli altri campi, alternativi a quel polo che io chiamo populista e qualunquista, guidato dal sindaco di Napoli che ha distrutto Napoli e che cerca di conquistare la Calabria, ma che non sa niente sul piano della conoscenza del territorio, non conosce i problemi della nostra regione. Quello è un polo di odio e di populismo, e della Calabria non gliene frega niente».

Ma Irto, ribadisce che il Pd e il centrosinistra sono anche e soprattutto alternativi ai populisti che sono all’attuale governo regionale di centrodestra, che ha dimostrato in questi due anni di non essere in grado di governare la Regione Calabria. «Un governo regionale che si è consegnato alla lega di Salvini indicando un candidato presidente e un candidato vicepresidente per poi disconoscerlo il giorno dopo, poi l'altro giorno lo riconoscono di nuovo, quattro giorni fa il capo di un altro partito ha detto che non sarà lui, insomma a loro interessa solo dividersi le poltrone, non interessa la Calabria, non interessano i problemi dei calabresi, non interessano i contenuti. Ma è sui contenuti che noi ci vogliamo giocare la partita della credibilità nostra agli occhi degli elettori della Calabria».

Elezioni Calabria, Irto (Pd): «Il partito va ricostruito dalla base»

Ma il pezzo forte arriva quando Irto dedica una lunga parentesi al suo partito. «L'ho detto a tutti i livelli. C’è qualcuno che in queste settimane sta girando la provincia di Reggio dicendo che il Partito democratico va liberato. Magari fosse così. Io credo che il Pd vada ricostruito dalle basi, che vada creata una nuova classe dirigente, che vadano chiamati i migliori a venire a contaminarci a dirci cosa fare e come fare, contaminarci con la società, con le Partite iva, con i professionisti, con i lavoratori, con tutti, e non chiuderci nelle stanze».

Insomma, il Partito democratico deve cambiare passo, riuscire a tornare sui territori e assumere un impegno coi cittadini, «ma soprattutto in Calabria deve avere un’ambizione ancora più alta: essere autonomo e autorevole rispetto a Roma, e alle scelte che fa sulla Calabria. Lo dico sul piano del Governo e sul piano del partito. E questo si potrà avere se ci sarà un Partito democratico in un campo di centrosinistra largo nel futuro, che sia scelto dai calabresi, che dia dignità alla Calabria e senza scelte calate dall’alto. Basta con i Commissari dei partiti».

La sfida per l’ex vicepresidente è sul presente e sul futuro. «Siamo proiettati in avanti, è una sfida che vuole essere forte sul piano elettorale e politico. Ma è anche una sfida del giorno dopo, di governo e di ricostruzione, di partecipazione dal basso di una comunità politica che ha ormai smarrito se stessa. Quella maledetta percezione che della Calabria non importi a nessuno, la possiamo contrastare solo con una sfida politica che guarda al futuro, di grande autonomia e credibilità. Chiedo un sostegno forte per Amalia Bruni e per il Partito democratico di cui mi onore essere il capolista».

Elezioni Calabria, Irto (Pd): «Oliverio? Si è candidato per dispetto»

Ma Nicola Irto non lascia nulla al caso. Sollecitato dalle domande dei cronisti, esprime un giudizio severo e politico sull’ex presidente Mario Oliverio che peraltro dagli studi di Perfidia lo aveva portato ad esempio di un mancato rinnovamento: «È stato anche lui scelto nel chiuso della stanza – aveva detto Oliverio a Perfidia - ma ha commesso un grande errore nel non aver assolto in quel frangente al ruolo del leader che doveva mettere una iniziativa in campo per costruire una coalizione larga. E tuttavia Nicola è l’esempio di un rinnovamento mancato con il casting che poi ha portato alla Bruni».

Ora che Irto è lanciato nella competizione elettorale, con un ruolo che sta cercando di ritagliarsi, facendosi trovare pronto all’indomani del 3 e 4 ottobre prossimi, quando si metterà in moto la macchina che porterà all’annunciato congresso del Pd, si può levare qualche sassolino dalla scarpa. E senza usare il fioretto: «La candidatura di Mario Oliverio è un errore politico. Mi dispiace che l’abbia fatto uno che è sulla scena politica da quarantadue anni con grandi risultati personali e politici e fa una candidatura che è priva di sentimento e connotazione politica, e tutta autoreferenziale. È solo una candidatura per dispetto, e la politica non si fa mai per dispetto».

Elezioni Calabria, Irto (Pd): «Serve una sanità a forte vocazione pubblica»

Ricostruzione del comparto agricolo forestale con un occhio di riguardo alla prevenzione, Statale 106 e rilancio dell’Aeroporto di Reggio Calabria. Ma anche riforme per sburocratizzare la Regione in ottica Pnrr e una svolta decisa per valorizzare la città metropolitana di Reggio Calabria. Questi i temi che snocciolati al comizio di piazza da Irto che ritiene la credibilità, l’elemento fondamentale per fare uscire dalle secche il Pd, che deve prendere di petto le questioni critiche, iniziando dalla sanità, un problema prima del covid che dopo il covid è aumentato ulteriormente. «Perché ha aumentato le distanze e creato problemi. Però il Covid è stato straordinario per una cosa, perché a prescindere da chi eri, a prescindere dal conto in banca che avevi, chi ha avuto il covid ha avuto bisogno di un ospedale pubblico, di un posto in rianimazione di un ospedale pubblico e di essere intubato in un ospedale pubblico. Quindi noi dobbiamo tornare ad una Sanità a fortissima vocazione pubblica. È per questo che ha fallito la sanità lombarda a forte trazione privata nella lotta al Covid. Quindi noi dobbiamo adesso insistere nel dire che vogliamo una sanità fortemente pubblica, sapendo però che per poter far ripartire la sanità calabrese c'è bisogno di cancellare e di pagare il debito della nostra regione».

Per lui, il debito enorme lo deve coprire tutto per intero lo Stato. «Il candidato del centrodestra Occhiuto ha detto che se dovesse vincere chiederà di fare il commissario alla sanità per il piano di rientro. Lui vuole gestire, ma se vuole fare il commissario noi diciamo no ai commissari. Basta con i commissari. La politica torni ad assumere il ruolo di programmare e lo Stato centrale si assuma il ruolo di cancellare il debito e di dare pari diritti ai calabresi come fa per gli abitanti delle altre regioni d'Italia».