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Weekend tra Calabria e Sicilia per il treno a cinque stelle che sta attraversando il Paese per demolire la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi nell’ambito del tour io voto no.
«I cittadini oltre a poter salvare la Costituzione da uno scempio, il 4 dicembre possono dire no a tutto quello che Renzi rappresenta, no all'idea di politica ingiusta e immorale portata avanti dal Partito democratico, che è un partito immorale, lo dice uno che un tempo lo votava».
Più chiaro di così non poteva essere il parlamentare del Movimento Cinquestelle Alessandro Di Battista ieri mattina appena sceso alla stazione ferroviaria di Crotone dal treno pentastellato. Treno che poi si è trasferito a Lamezia nel pomeriggio per concludere il tour a Reggio Calabria. La pioggia ha funestato la manifestazione grillina, tanto che a Reggio è mancata anche la luce sul palco, ma non ha ammorbidito i toni usati per demolire la riforma costituzionale e invitare al no, con la benedizione di tutti i big calabresi del partito.
Entrando nel merito della riforma Di Battista ha spiegato che «non si taglia una Camera, si taglia la scheda elettorale del Senato, ma il Senato resta e verrà composto da nominati dei partiti politici e questi nominati dai partiti politici potranno votare materie relative ai trattati europei e le future modifiche della carta costituzionale”.
Nessun dubbio, dunque, per il no che dovrebbe mandare a casa il premier, leader di un governo che per i cinquestelle ha fallito in tutto. «Renzi ha dichiarato che in caso di vittoria del No si sarebbe dimesso. Per noi Renzi deve andare a casa per i fallimenti in materia economica – l’opinione del leader grillino - Comunque è lui che ha personalizzato riferendosi alla decisione del premier in conseguenza dell'esito del referendum - dicendo che qualora dovessero vincere i No se ne andrà a casa. Se dovessero vincere i No non arriveranno le cavallette, le piaghe d'Egitto e nessun disastro ma banalmente si andrà al voto perchè la promessa che lui ha fatto di dimettersi sarà l'unica promessa della sua vita che costringeremo a fargliela mantenere». (rictrip)