In una Regione dove spesso la politica “annaca il pecoro” è inevitabile sospettare che il “pecoro” portato in giro senza meta siano i cittadini stessi. È chiaro, in questo senso, il significato della misteriosa campagna pubblicitaria che è tornata a tappezzare con grandi manifesti 6x3 le principali strade calabresi.

Alla fine di novembre, il messaggio che appariva a caratteri cubitali era rappresentato dalla celebre frase di uno storico giornalista statunitense, Edward R. Murrow, molto popolare durante la Seconda guerra mondiale per i suoi notiziari sul conflitto: “Un popolo di pecore genera un governo di lupi”.

Dopo aver solleticato la curiosità dei calabresi, il misterioso committente della campagna pubblicitaria è tornato alla carica con una nuova serie di manifesti che stanno spuntando in tutta la Calabria, sui quali appare un umano con la testa di un ovino che si chiede: “Io sono una pecora?”. Sullo sfondo, alcuni luoghi simbolo delle cinque province.

Insomma, il cerchio sembra chiudersi su un messaggio squisitamente politico che mira a svegliare le coscienze dei calabresi, narcotizzate e “impecorite” da decenni di dominio di una classe dirigente che, a prescindere dalla mutevole appartenenza politica, sembra occupata principalmente a garantire la propria sopravvivenza, con buona pace di ogni reale prospettiva di cambiamento e sviluppo.

Chi ci sia dietro questa operazione di guerrilla marketing non si sa, così come non si conosce l’obiettivo finale, anche se è chiaro che il traguardo temporale è rappresentato dalle elezioni regionali dell’11 aprile. In attesa di scoprirlo non resta che aspettare le prossime puntate di una campagna pubblicitaria che per ora sembra aver colpito nel segno.