È iniziato oggi e andrà avanti fino a domenica il “party” dei conservatori europei a Scilla. Una convention che si celebra sotto le insegne del raggruppamento Ecr, di cui Giorgia Meloni è presidente a Bruxelles, e che raggruppa appunto tutte le forze conservatrici d’Europa comprese la spagnola Vox e il partito di ultradestra polacco Pis. 200 i politici ospiti, provenienti da 14 paesi europei.

La scelta sembra segnare l’abbandono definitivo, da parte di Fratelli d’Italia, dell’idea di un accordo con il Ppe per confermare l’alleanza con i conservatori. Almeno per ora, visto che i popolari danno per impossibile un’alleanza con Vox e Pis e chiedono alla Meloni proprio di smantellare Ecr. Sul piano interno, invece, la convention, dicono alcuni analisti, può essere anche il modo per non lasciare troppo spazio a destra alla Lega che alle prossime Europee sarà rivale diretta dei meloniani dato che si vota con un sistema proporzionale.

 Il significato della convention per la Calabria

Ma per la Calabria questa convention ha anche un surplus di significato. Diciamo subito che la kermesse è divisa in quattro panel: “ruolo dei Paesi Bridge”; “Agricoltura ed Economia verde”; “Ponte tra Calabria e Sicilia”; “Rafforzare la politica europea dei Trasporti” e una “regione mediterranea più interconnessa”. Temi significativi che verranno discussi, fra gli altri, da quattro ministri (Fitto, Lollobrigida, Calderoni, Musumeci), tre sottosegretari (Delmastro, Ferro, La Pietra). Non ci sarà, come annunciato in un primo momento, Giorgia Meloni che si collegherà da remoto, come pure sarà via etere l’intervento di Santiago Abascal, leader di Vox al Parlamento Europeo. In mezzo anche molti tecnici fra cui si segnala la presenza del commissario per la Zes Calabria (e Campania) Giosy Romano.

La Zes

Magari può essere l’occasione per avere alcune risposte. La prima riguarda proprio la Zes. Romano potrebbe spiegare perché quella campana, di cui è anche lui commissario, viaggia a gonfie vele mentre quella calabrese arranca. Ma è soprattutto dal Ministro Fitto (in questi giorni danno per certa la sua candidatura a Bruxelles per ricoprire il ruolo di commissario) che sarebbe interessante ascoltare alcune cose.

Restando alla Zes, ad esempio, il ministro per il Sud potrebbe spiegare che fine ha fatto l’idea che aveva lanciato della Zes unica per tutto il Mezzogiorno e soprattutto dove trovare i quattrini per renderla operativa visto che le attuali otto Zone economiche speciali vengono finanziate di anno in anno.

Pnrr

Ancora Fitto dovrebbe spiegare il giallo del definanziamento di oltre 900 milioni di progetti calabresi del Pnrr. Proprio ieri la deputata del M5s, Elisa Scutellà, ha presentato una interrogazione allo stesso Fitto e al suo collega Matteo Piantedosi. «Se davvero tutti i progetti saranno recuperati e le fonti di finanziamento sono chiare - scrive in una nota la deputata - i ministri non avranno problemi a rispondere alla mia interrogazione e fornire un quadro chiaro e delineato sull’indecente scippo perpetrato ai danni dei cittadini». La Scutellà, però, maliziosamente aggiunge che il servizio studi di Camera e Senato nel report dello scorso 31 luglio 2023 solleva dubbi circa la capacità di intercettare le risorse necessarie.

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È  noto, infatti, come il peso dell’inflazione stia erodendo i margini d’azione del Governo nel disegnare la prossima manovra finanziaria. Se non ci sono quattrini dallo Stato si potrebbe pensare che i progetti stralciati verranno finanziati con altri fondi europei. Se si tratta di fondi Por, come abbiamo già scritto, c’è il problema dei tempi. Mentre il Pnrr imponeva paletti temporali stringenti, i fondi Por non hanno scadenze temporali. In Calabria abbiamo visto moltissime opere progettate, finanziate e mai realizzate. C’è poi da dire che il Pnrr doveva essere aggiuntivo rispetto a queste fonti di finanziamento e non sostitutivo. Quindi ci andiamo comunque a perdere.

Si potrebbe attingere dal fondo Coesione che però deve essere ripartito fra le varie regioni. Come avverrà il riparto? Si prenderà in considerazione il fatto che il 40% del Pnrr era destinato al Meridione oppure le altre regioni faranno, come al solito, la voce grossa lasciandoci le briciole? Insomma non basta dire che i fondi del Pnrr verranno rimpiazzati con qualche altra entrata. Bisogna indicare, come dice giustamente la Scutellà, quali sono e che margini di manovra abbiamo. Sarebbe interessante, visto che si discuterà anche di interconnessioni di questo pezzo del Paese col Mediterraneo, affrontare questi temi. Altrimenti la kermesse servirà soltanto a qualcuno per lanciare la sua campagna elettorale per le Europee e al partito togliere un po’ di terreno sotto i piedi di Salvini.