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E' diventata esecutiva l’inibizione per tre mesi del Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, per quanto riguarda le nomine. La comunicazione è stata trasmessa ad Oliverio dal Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, Maria Gabriella Rizzo, che ha dato seguito al provvedimento emesso dall'Autorità nazionale Anticorruzione (Anac). Come si ricorderà il governatore era finito nel mirino di Raffaele Cantone in relazione alla nomina del commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria Santo Gioffrè. Quest’ultimo era incompatibile con il ruolo in quanto aveva ricoperto cariche istituzionali nei cinque anni precedenti. Circostanza prevista dalla legge, ma che dal Ministero della Pubblica Funzione era stata interpretata come incompatibilità a ricoprire incarichi dirigenziali e non quello di commissario straordinario. Raffaele Cantone ha letto gli atti in maniera diversa e definito “incauta” la nomina della giunta di centrosinistra.
Proprio su questo punto i legali del presidente dell’esecutivo hanno elaborato un’eventuale strategia difensiva davanti al giudice amministrativo. Oliverio, infatti, ha ora a disposizione sessanta giorni per una eventuale impugnazione davanti al tribunale amministrativo regionale oppure 120 giorni per rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica. Ad oggi, però, pare improbabile che il governatore possa orientarsi in questo senso. Sfidare l’Autorità nazionale davanti ad un giudice equivarrebbe a aprire un pericoloso fronte di scontro anche con il governo nazionale. Quell’esecutivo Renzi che Oliverio ha necessità di avere amico e che sta elaborando il master plan per il Sud, ultima speranza di poter uscire dalla crisi senza fine per la nostra Regione. Inoltre Oliverio e i suoi hanno fin qui seguito una strategia che potrebbe arginare il problema per i tre mesi di inibizione. Nonostante non fosse arrivata la notifica del provvedimento dell’Autorità anticorruzione il governatore e la giunta dei tecnici hanno usato già alcuni accorgimenti per procedere ad alcune nomine. La giunta nelle scorse settimane ha nominato i nuovi commissari delle Asp di Catanzaro e Cosenza e inviato una triade a Reggio Calabria in sostituzione del decaduto Gioffrè. Lo stratagemma è stato semplice: Oliverio non ha partecipato alle riunioni o è uscito al momento del voto delle delibere. La responsabilità è così andata al vice Viscomi che è colpito dall’inibizione. Seguire questa via per tre mesi (ovviamente senza eccedere nelle nomine) potrebbe essere la via più semplice per Oliverio e i suoi, senza provocare nuovi scontri e lasciare che i tre mesi possano scorrere in fretta.
Saranno tuttavia decisive le prossime ore per capire che decisione maturerà il presidente della Calabria che non certo lesinato sorprese in questi mesi di gestione e non ha mai abbassato la testa davanti alle presunte angherie romane. Basti pensare al rapporto con il commissario per il piano di rientro dal debito sanitario Massimo Scura, per capire che il governatore non è certo un tipo che si sottrare allo scontro. In questo caso specifico, però, e dopo l’ultima riunione di partito alla presenza di Minniti che ha officiato una nuova cerimonia di pace, aprire uno scontro frontale con Roma potrebbe essere assai più rischioso che in altri casi.
Riccardo Tripepi