Dimissioni definitive e, in attesa che la prefettura nomini un commissario, a Polistena i cittadini rimangono divisi sulla scelta di un sindaco che lascia per via degli arresti di alcuni congiunti nell’operazione antimafia Faust.
«Ha fatto bene», risponde un anziano in piazza; «non doveva farlo, ha risposto solo a un fatto di coscienza», ribatte un altro cittadino.

Lui, Marco Policaro, con una lettera aperta ha chiuso ad ogni ipotesi di rientro – dopo le dimissioni formalizzate nel consiglio comunale di 20 giorni fa, in cui aveva chiarito di non essere indagato - anche se in questi giorni erano state raccolte oltre mille firme per farlo desistere, ed i colleghi dell’associazione dei Comuni della Piana reggina avevano invocato un suo ripensamento.

Passioni contrapposte, in uno degli ultimi feudi comunisti d’Italia, che, essendo anche storica roccaforte di una antimafia regionale concreta, appare comunque tramortito. «Ora speriamo che i partiti si riorganizzano», sostiene un giovane.
In attesa che il prefetto Massimo Mariani nomini il 12° commissario, in una storia contemporanea cittadina politicamente rossa - fatta soprattutto di stabilità nel nomedel senatore Girolamo Tripodi – questa sospensione traumatica, dopo neanche 4 mesi di mandato, incrocia la doppia fase elettorale che si apre.

Secondo una lettura del Testo unico degli enti locali, il vice sindaco Michele Tripodi – predecessore di Policaro per 2 consiliature di seguito – si potrebbe candidare per il Palazzo di città, unendo lo sforzo a quello che lo vede in campo, nel movimento di Carlo Tansi, per un posto alla Regione con Luigi de Magistris.