Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Sotto i caschi di protezione, utilizzati per prendere parte all’inaugurazione dell’elettrodotto Sorgente-Rizziconi, il primo ministro e il governatore si sono stretti la mano e scambiati reciproci attestati di stima. Le parole usate dal presidente della giunta non lasciano spazio a dubbi interpretativi.
Il Patto dell’elettrodotto
“Si inaugura oggi un elettrodotto fortemente innovativo, che consente un risparmio di 600 milioni di euro sulle bollette degli italiani, non solo dei calabresi e dei siciliani. È una grande infrastruttura che serve il Paese. Opere come questa sono strategiche per la crescita del Paese stesso. Il Mezzogiorno e questa area sono una risorsa. Per la nostra regione - ha aggiunto Oliverio che nell'occasione ha incontrato l'Ad di Terna, Matteo Del Fante - quest'opera costituisce un'infrastruttura importante che colloca la Calabria insieme alla Sicilia nel panorama nazionale ed europeo come aree, regioni, che costituiscono un'opportunità”.
Poi lo slancio finale verso Renzi e il renzismo. “Il presidente Renzi è qui per inaugurare questa infrastruttura e sta dimostrando che agli impegni che si assumono seguono poi i fatti. Ne sono dimostrazione la sottoscrizione del Patto per la Calabria, lo scorso 30 aprile, uno strumento importante che destina risorse consistenti alla nostra regione, la sua presenza per l'apertura della galleria di Mormanno sulla A3 e quelle annunciate per l'inaugurazione del terzo lotto della jonica, il tratto tra Roseto Capo Spulico e Sibari, e quindi in dicembre per inaugurare il completamento dell'autostrada sul vecchio tracciato, e mettere risorse per realizzare gli ammodernamenti che rimangono fuori».
Un’unione di intenti con il premier che ha ribadito il suo impegno per la Calabria e per il Sud. Un modo per sottolineare, ancora una volta, che la Regione targato Oliverio ha speranza di uscire dalle secche in cui si trova solo agganciandosi al treno del renzismo.
"Quest'opera si collega alla grande questione delle infrastrutture" ha detto il premier Matteo Renzi, nel suo intervento nel corso dell'inaugurazione dell'elettrodotto Sorgente-Rizziconi. "L'ultima volta abbiamo inaugurato Museo archeologico - ha aggiunto - che già ha avuto un buon numero di visitatori. Prima ancora siamo stati sulla A3 dove torneremo a luglio. Da luglio avremo importanti inaugurazioni in Sicilia. Quando si chiude la Sa-Rc e il lavoro di recupero delle strade in Sicilia, faremo la alta velocità Napoli-Palermo che conterà il ponte sullo Stretto. Entro sei mesi dopo l'inaugurazione se ne può parlare. Questo governo sta investendo sul Mezzogiorno perchè crede che debba ripartire. Ed e' per questo che abbiamo fatto le riforme".
E se pure il ponte è un’opera non certo ben vista dalla sinistra e dalla stessa minoranza dem, Oliverio e i suoi hanno fatto buon viso a cattivo gioco. Dimenticando anche che proprio all’ultimo referendum anti trivelle si erano schierate con il fronte ambientalista e contro le posizioni del governo nazionale.
La sfida del referendum e il riposizionamento dentro il Pd
Stavolta l’aria è diversa. E sul prossimo referendum costituzionale che Renzi ha ricordato come la madre di tutte le battaglie anche da Favazzina, gli ex bersaniani di Calabria hanno le idee chiare. Oliverio lo aveva annunciato in conferenza stampa e lo ha ribadito ieri: ci sarà il massimo impegno per il sì alla riforma voluta da Renzi e dal ministro Boschi.
Oliverio ha addirittura annunciato un impegno in prima per persona per l’avvio dei Comitati per il sì sul territorio calabrese."La Calabria può contribuire a scrivere una riforma fondamentale per il nostro Paese assumendo un ruolo specifico – ha detto a chiare lettere Oliverio - I due slogan da noi scelti, #primailsud e #primalacalabria, danno il senso di quello che può essere un passaggio fondamentale per il riscatto e l'inizio di un nuovo corso in cui è essenziale il protagonismo del popolo". Un cambio di posizione che non è sfuggito a nessuno. Tanto che nel plauso al governatore si sono uniti Ernesto Magorno e Enza Bruno Bossio, a ulteriore dimostrazione che in Calabria si procede spediti verso un’unificazione renziana del Pd. Che non vorrà dire in automatico pacificazione, ma che costituisce di certo una rilevante novità politica.
E se ne è accorto anche Alfredo D’Attorre, ex commissario regionale del Pd calabrese, adesso passato a Sinistra Italiana. La circostanza che Oliverio si sia schierato con il sì, secondo D’Attorre, “certifica la sua definitiva perdita di autonomia politica rispetto a Renzi. La stessa debolezza e genericità delle argomentazioni addotte a sostegno della riforma Boschi confermano il carattere tutto politico della scelta di Oliverio, che mette il suo destino politico nella mani di Renzi, consegnandosi a una posizione subalterna e incompatibile con la possibilità di difendere davvero gli interessi della Calabria”.
Ad elezioni amministrative archiviate, insomma, ci sarà molto da discutere e da rivedere negli equilibri dei democrat di Calabria.
Riccardo Tripepi