Non si è mai caratterizzata per grande stabilità, la Lega in Calabria. Dal suo esordio ad oggi le adesioni e gli addii sono stati numericamente corposi. Colpa forse anche di un partito che in Calabria non ha mai effettuato una conta interna ovvero un congresso che cristallizzasse i rapporti di forza ed è vissuto sempre sotto l’egida di un commissario. Il risultato è che ognuno, sia che avesse una manciata di voti sia una messe di consensi, si è spesso sentito messo in un angolo.

A questo errore primordiale, da un po’ di tempo si aggiunge la questione dell’autonomia differenziata, spesso inconciliabile con l’elettorato. Il risultato è una vera emorragia di leghisti non solo in Calabria, ma in tutto il Sud. Un fenomeno che di fatto ha prodotto il naufragio dell’ambizione politica di Matteo Salvini di trasformare il Carroccio in un partito nazionale. I vecchi attivisti del Nord scontenti per la scarsa attenzione della storica base del partito, i nuovi del Sud in imbarazzo per l’autonomia differenziata e alcuni anche per la svolta trumpiana-sovranista di Salvini.

È il caso del consigliere regionale Pietro Molinaro, recentemente passato a Fratelli d’Italia. «La Lega sta assumendo, sia nei toni (ricordo l’aspra polemica con i vescovi in tema di autonomia differenziata) che nei contenuti e nei nuovi ingressi, posizioni estremiste con cui non posso concordare. In queste condizioni non trovo alternative ad uscire dal partito prendendo atto delle diversità che si sono create e acuite nel corso degli anni». Questa la motivazione principale adotta da Molinaro.

Ma Molinaro non è l’unico big ad abbandonare il Carroccio, Insieme a lui se ne è andato un altro pezzo da Novanta ovvero il sindaco di Taurianova, Roy Biasi. «Ho provato lungamente a fronteggiare il disagio politico che ho avvertito, informando tempestivamente i vertici nazionali del partito. Nonostante il mio impegno per rafforzare la Lega nella regione, mi è sembrata una scelta inevitabile lasciare il partito, pur ringraziando chi ha collaborato con me, come Giacomo Saccomanno e Matteo Salvini», ha spiegato.

Una collaborazione che ha portato a risultati importanti come il riconoscimento a Taurianova di Capitale Italiana del Libro dove la Lega avrà avuto un suo peso specifico. Adesso però è l’ora dell’addio e Biasi porta con sé l’assessore Maria Fedele ed il consigliere Vincenzo Papalia.

Il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, fra l’altro ha indebolito la Lega nella divisione delle deleghe, assegnando a Caterina Capponi solo le Politiche sociali, la Cultura e lo Sport. Poca roba rispetto alle deleghe che aveva Emma Staine che aveva fra le sue competenze anche i trasporti.

L’emorragia continua e per il nuovo coordinatore Filippo Mancuso, anche lui a lungo sul punto di lasciare il Carroccio, ci sarà un bel da fare per tenere unite le truppe. Anche perché i rumors dicono che la deputata Simona Loizzo si stia indispettendo per i patti politici non rispettati sugli enti sub regionali.